Una riflessione sul modo di operare della Commissione parlamentare

La commissione parlamentare sulla morte di David Rossi continua la sua attività, con audizioni, sopralluoghi ed altri accertamenti, ma quello su cui vogliamo porre l’attenzione è il modus operandi della commissione stessa.

I parlamentari che la compongono hanno più volte sottolineato che i poteri loro assegnati sono gli stessi della Magistratura (inquirente e giudicante) e le regole da seguire quelle dettate dal codice penale. Da quello che si è visto finora però per alcuni dei deputati non esistono regole procedurali né di comportamento, si gioca a battuta libera in una partita in cui la squadra in campo è una sola: la Commissione appunto!

È possibile che mentre è in corso l’audizione di un testimone sia presente, nella stessa aula, anche colui che dovrà essere sentito subito dopo, sugli stessi argomenti?

È normale che uno dei componenti della commissione (il deputato Rizzetto, peraltro primo firmatario della mozione per la creazione della commissione stessa), in barba ad ogni sano principio di imparzialità, figuri anche nella lista dei testimoni a favore della trasmissione “Le Iene”, in un processo, avente oggetto le inchieste svolte nel caso Rossi, in cui questa (nelle persone dei giornalisti Monteleone ed Occhipinti) risulta parte offesa?

È regolare che, senza che siano mai state rese pubbliche e quindi fruibili da tutti, nella puntata de “Le Iene” del 12 ottobre 2021, siano andate in onda le immagini del sopralluogo effettuato dalla commissione all’interno dell’ufficio di Rossi a Rocca Salimbeni? Riprese che tra l’altro mostrano il parlamentare Rizzetto intento a mimare il gesto di salire sul davanzale della finestra da cui è precipitato David Rossi?

È giusto che alcuni componenti (in particolare il deputato Migliorino) si prestino a fare interviste tramite i media per dare vigore alle proprie impressioni e deduzioni, senza alcun limite?

È regolare che lo stesso presidente della commissione esprima i suoi convincimenti, prima ancora di terminare le indagini, indicando le conclusioni?

È regolare che alcuni dei dichiaranti (Monteleone) facciano riferimento ad attività in corso della commissione (come le perizie sui tabulati telefonici) che dovrebbero essere riservate? Oppure che alcuni dei testimoni (Piccini) indichino a supporto delle dichiarazioni appena rese una terza persona (Daniele Magrini) e un membro della commissione anticipi che quella persona sarà sentita?

Il risultato è che quelle famose regole di procedura e di esercizio dei poteri, che avrebbero dovuto disciplinare e rendere trasparente il lavoro della commissione, soffrono non poche inadempienze in tema di riservatezza e di violazione del segreto istruttorio, che ne mettono in discussione la serietà.

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