Al via i lavori della commissione parlamentare d’inchiesta sul caso di David Rossi
Vede la luce la commissione parlamentare d’inchiesta per il caso della morte di David Rossi. E’ in programma per oggi, infatti, alle ore 14 in palazzo San Macuto (sala del Refettorio) la prima riunione dell’organismo nato ufficialmente lo scorso 11 marzo presso la Camera dei Deputati, dopo l’approvazione della proposta di legge presentata dall’onorevole Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia.
Dopo due slittamenti (6 e 13 maggio) e un rinvio ulteriore di una settimana, oggi potrebbe essere il giorno giusto per la commissione che, nella sua prima riunione di insediamento, deve nominare presidente, vicepresidenti e segretario. La carica di presidente andrà, come scritto da Gazzetta di Siena, a Pierantonio Zanetti di Forza Italia.
Proprio questo è stato il nodo da sciogliere nelle scorse settimane. In un primo momento si era pensato allo stesso Rizzetto, ma sulla sua candidatura sono sorti alcuni ostacoli.
Della commissione fanno parte venti parlamentari, come ufficializzato il 30 aprile: oltre a Walter Rizzetto e PIerantonio Zanettin, anche i deputati senesi Susanna Cenni (Pd) e Luca Migliorino (Cinquestelle). Volti conosciuti sono anche quelli dei leghisti Claudio Borghi (candidato a Siena nel 2018) e Guglielmo Picchi (commissario provinciale della Lega), ma anche quello di Luca Sani (Pd), parlamentare della vicina Maremma. Sono poi membri della commissione Franco Vazio (Pd), Ingrid Bisa e Leonardo Tarantino (Lega), Azzurra Cancelleri, Giuseppe D’Ippolito, Leonardo Donno, Valentina Dorso, Francesco Sapia (M5 stelle), Alessandra Armellino (Gruppo Misto), Cosimo Maria Ferri (Italia Viva), Federico Fornaro (Leu), Guido Germano Pettarin, Cristina Rossello e Pierantonio Zanettin (Forza Italia).
La commissione procederà alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria e al termine dei propri lavori, presenterà una relazione alla Camera dei Deputati sui risultati dell’attività di inchiesta. La legge impone peraltro l’obbligo del segreto ai componenti la commissione, al personale addetto, a ogni altra persona che collabora con la commissione e a chi compie o concorre a compiere atti di inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni d’ufficio o di servizio, per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti acquisiti dalla commissione.