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“Ci domandiamo come i senesi abbiano votato per simili soggetti”

Il Comitato per la difesa del Monte ha commentato duramente le vicende legate alla crisi della Banca, attaccando in particolare l’azione del sindaco Luigi De Mossi e del presidente della Regione Eugenio Giani.

“Il sindaco De Mossi ha pubblicamente incolpato i senesi di non aver dimostrato alcun interesse alla spoliazione del Monte dei Paschi. Non è vero. Questo Comitato da più di 8 mesi ha chiesto un incontro al sindaco per illustrare una proposta di favorevole soluzione della questione, ma, nonostante le insistenze, non abbiamo ricevuto alcuna risposta, neanche di diniego – dichiara il Comitato per la difesa del Monte -. In verità è lui che ha dimostrato totale disinteresse per la questione, tant’è vero che del Monte dei Paschi non c’è alcuna traccia nelle 26 pagine del suo programma elettorale, e si tratta del problema più grosso che Siena debba affrontare almeno da quattro secoli a questa parte. Figurarsi con quale attenzione affronta problemi meno grandi di questo – prosegue -. Analoga ripetuta richiesta abbiamo fatto contemporaneamente al presidente della Regione, Eugenio Giani, con identico insuccesso. Guarda caso neanche lui ha nelle 152 pagine del suo programma elettorale ha assolutamente ignorato e mai neanche citato la nostra Banca. E si tratta del problema più grosso e delicato dell’intera Regione per non dire oltre”

“I due, nonostante questa incredibile apatia e insensibilità nei confronti del Monte dei Paschi, si sono recati a Roma dal capo del governo Draghi, come questuanti e senza alcun mandato, senza avere prima organizzato incontri, conferenze, convegni, per ovviare all’incredibile loro fallanza programmatica. Chissà cosa sono andati a dire, senza mandato dei Cittadini, all’uomo più potente d’Italia. Dell’esito di quello sporadico e unico intervento, praticamente, non abbiamo saputo più nulla. Ci domandiamo come i senesi possano aver votato per simili soggetti – dichiara il Comitato -. Così, nell’impossibilità di trovare altre strade, abbiamo deciso di informare tutti i media della Toscana di cui abbiamo l’indirizzo, dell’esistenza del progetto da noi elaborato, non solo per recuperare il Monte, ma anche di ipotesi alternative se non riuscissimo a salvarlo – infine -. Ovviamente questo progetto, che è vecchio più di un anno e il cui iter ha subito un arresto a causa della pandemia, l’avevamo già fatto circolare con i pochi strumenti di cui disponiamo, per cui ci perdonerà chi già in passato avesse avuto occasione di visionarlo”.

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