I circoli Arci in provincia di Siena sono tornati pienamente operativi da qualche giorno ormai, seppur con alcune difficoltà legate al lungo periodo di chiusura

I circoli Arci in provincia di Siena sono tornati pienamente operativi da qualche giorno ormai, seppur con alcune difficoltà legate al lungo periodo di chiusura. Dopo il via libera alla somministrazione di cibi e bevande dal 26 aprile, dal 4 giugno, grazie a un’ordinanza della Regione Toscana, i circoli hanno ripreso la promozione di spettacoli, iniziative culturali, attività sportive e motorie, corsi individuali e collettive e attività ludiche e didattiche extrascolastiche per minori. Tutto rispettando rigorosamente le norme anti Covid-19. Dal 21 giugno poi, data in cui la Toscana è diventata zona bianca, i circoli hanno potuto riprendere anche le attività ricreative e di socialità, come il gioco delle carte e le tombole. Da alcuni giorni, quindi, i circoli Arci sono tornati a ricoprire quell’importante ruolo di aggregazione sociale che li ha sempre contraddistinti.

Riapertura con protocolli nazionali rigorosi

L’ordinanza regionale del 4 giugno ha consentito ai circoli di riprendere una parte delle loro attività con alcuni giorni di anticipo: corsi a carattere individuale e collettivo, proiezioni cinematografiche e televisive, eventi culturali dal vivo all’aperto e sport di contatto, tra cui anche le bocce. “Le altre attività ricreative” racconta Serenella Pallecchi, presidente provinciale Arci Siena, “come le tombole e il gioco delle carte doveva essere ripreso dal 1 luglio. Dal momento che il 21 giugno siamo entrati in zona bianca, però, la ripresa di queste attività è stata anticipata”.

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“Tutti i circoli” aggiunge Pallecchi “hanno ricevuto i protocolli da rispettare per la somministrazione, seguiti dall’aggiornamento per le regole relative alle attività riprese dal 4 giugno e poi da quello per le attività riaperte il 21 giugno. Sia per la somministrazione che per tutte le attività ricreative e culturali i protocolli seguono le linee guida nazionali, quelle allegate alla circolare del Ministero della Salute del 29 maggio. Abbiamo le stesse regole e adempimenti come da linee guida nazionali, compreso il tracciamento laddove è previsto”.

Circoli penalizzati dalla pandemia

I circoli sono stati pesantemente penalizzati dalle chiusure imposte per contenere la pandemia del Covid-19: sono stati tra i primi a chiudere e tra gli ultimi a riprendere tutte le loro attività. “A ottobre” racconta Pallecchi “quando era consentita in via straordinaria la somministrazione per i bar in zona gialla e l’asporto in zona arancione, una circolare del Capo Gabinetto del Ministero degli Interni ha sospeso pure la somministrazione. La motivazione era che l’attività di somministrazione nei circoli è solitamente complementare all’attività ricreativa e quindi dal 24 ottobre, per legge, è stata sospesa anche la somministrazione nei circoli, fino al 26 aprile”.

Conseguenze sociali ed economiche

“A livello sociale” aggiunge Pallecchi “il danno è stato enorme, perché la socialità è stata molto colpita. Il lockdown ha provocato una sorta di ‘paura’ delle persone a rifrequentare certi luoghi. I nostri circoli sono sicuri, così come i ristoranti e i cinema, anzi forse sono anche più sicuri visto il più facile tracciamento dovuto dall’accesso consentito solo ai soci. Le persone anziane, con la chiusura dei circoli, sono state molto sole ed è aumentata anche la paura. Con le prime riaperture abbiamo visto che c’è un po’ di timore a riprendere certe abitudini nonostante la voglia di uscire”.

“Il danno è stato importante anche dal punto di vista economico” prosegue Pallecchi. “Siamo l’unica categoria che non ha avuto nessun tipo di ristoro. I ristori per il Terzo Settore, infatti, erano destinati a chi aveva la partita iva e chi svolgeva anche attività commerciale, cosa che non fanno i nostri circoli in provincia di Siena. Per il Terzo Settore c’è un fondo straordinario di 170 milioni di euro, ma è ancora bloccato. C’è stato qualche Comune che ha fatto dei piccoli bandi per dare contributi straordinari ai circoli e il bando della Regione Toscana, che era più che altro un rimborso delle spese sostenute, ma siamo ancora in fase istruttoria. I circoli vivono una forte crisi economica, così come il comitato provinciale, che non ha potuto procedere con il tesseramento e non ha potuto contare sulle entrate derivanti dalla somministrazione nei circoli stessi”.

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Una ripresa economica difficile per i circoli

“Stiamo vivendo una situazione economica delicata e difficile” afferma Pallecchi “e purtroppo non sono sicura che tutti i circoli possano riuscire ad andare avanti. Noi come Arci provinciale faremo di tutto per il supporto che potremo dare, come abbiamo fatto in questo lungo anno, ma è una situazione molto grave”. Le difficoltà sono state molte anche per il comitato provinciale Arci Siena: le attività del 2020 sono state sospese e la stessa campagna di tesseramento, con la chiusura dei circoli ad ottobre, ha subito una brusca interruzione.

“Se i circoli sono chiusi” racconta Pallecchi “le difficoltà si avvertono anche al Comitato provinciale. Come Arci provinciale non abbiamo potuto aderire alla moratoria prevista per i mutui e per i leasing. Abbiamo usufruito per qualche mese della cassa integrazione in deroga prevista per i dipendenti, ma le difficoltà sono state molte, proprio perché non abbiamo potuto contare sulle entrate dal tesseramento, che rappresentano la prima forma di autofinanziamento dell’associazione, e sulla realizzazione dei progetti avviati”.

Il problema economico riguarda tutto l’Arci nazionale, che forse non ha ricevuto le necessarie tutele in questi mesi. “All’interno del Forum del Terzo Settore” commenta Pallecchi “Arci e Acli hanno fatto un grande lavoro, ma non è stato facile farsi ascoltare dalla politica, che forse non aveva chiara l’importanza che rivestono i circoli ricreativi, dell’Arci e dell’Acli, per le comunità e la difficoltà che stavano vivendo. Non si sa come mai il Fondo straordinario non si sblocca e intanto non arrivano le risorse. La difficoltà maggiore è legata alla mancata comprensione da parte della politica di cosa significa essere centri di promozione sociale e una rete circolistica”.

Il ruolo dei circoli per ricostruire il tessuto sociale

“I circoli hanno un’importanza fondamentale in questo momento” afferma Pallecchi “perché siamo l’unico luogo di riferimento e di prossimità per la comunità, non solo per i soci ma per tutti i cittadini e anche per le altre associazioni. Credo che non tornerà tutto normale come prima: ci sarà una nuova normalità e dobbiamo ricostruire il senso delle comunità, con tutte le sue relazioni e i legami sociali. I circoli, in questo contesto, sono il luogo per eccellenza da cui si può ripartire. E’ chiaro che se un circolo si trova in difficoltà è più dura, non solo per il circolo stesso ma per tutta la comunità. Per questo i circoli dovrebbero essere sostenuti, non solo economicamente, ma anche con la partecipazione alle attività e con il coinvolgimento, perché è l’unico modo per ridare senso alla comunità e per ricostruire i legami sociali”.

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