Annunciata la chiusura temporanea della RSA di Asciano, in soli 20 giorni i trasferimenti

“Una doccia fredda”. Così, uno dei familiari dei residenti della RSA di Asciano, definisce l’impellente chiusura della casa di riposo detta “San Francesco”. “Noi familiari abbiamo ricevuto un’e-mail di comunicazione di una riunione online indetta per mercoledì 9 marzo. Qui ci veniva anticipata la presentazione del nuovo gestore della casa di riposo e il fatto che, avendo la struttura necessità di interventi di natura strutturale anche piuttosto importanti e invasivi, vi è un impellente bisogno di spostare gli ospiti”.

Durante l’incontro con i gestori dell’RSA e il Sindaco di Asciano, Fabrizio Nucci, i familiari sono venuti a conoscenza del fatto che la gara d’appalto per la gestione della struttura, già andata deserta un paio di volte, è giunta a conclusione. A gestire la RSA di Asciano saranno due società che gestiscono attualmente l’RSA di Monteroni d’Arbia e quella di Montalcino.

“Nell’occasione ci è stato detto che il bando di gara prevedeva che la ditta aggiudicataria doveva poi provvedere a fare gli interventi strutturali necessari e che, nel momento del suo ingresso, aveva fatto richiesta di una struttura vuota”. Questo è il nodo del problema: la nuova ditta entrerà nell’RSA il primo di aprile. In meno di venti giorni sarà necessario spostare gli ospiti verso altre strutture, affinché nella RSA di Asciano possano essere portati a termine, in diciotto mesi, i lavori di messa in sicurezza dello stabile, di cui attualmente non esiste neanche una progettazione definitiva.

La Asl Toscana Sud-Est ha proposto di sfruttare dei posti vuoti nulle attuali RSA gestite dalla nuova ditta appaltatrice; sarebbero infatti disponibili due posti nella RSA di Monteroni e diciannove in quella di Montalcino, utili a ricollocare tutti i ventuno ospiti della casa di riposo San Domenico.

Resta aperta, ovviamente, la possibilità per i familiari di decidere in proprio la casa di riposo in cui dislocare i propri familiari in base alle proprie necessità. Ma cercare soluzioni alternative con ancora la pandemia in corso non è facile, spesso vi sono lunghe liste d’attesa che rallentano o ostacolo l’ingresso nelle case di riposo. Inoltre, spiega un familiare:” È necessario valutare le quote sociali e se vi sia da fare integrazioni anche dal punto di vista dell’importo della retta. Ogni RSA ha una propria quota sociale e Asciano è fra quelle che la hanno più bassa. Il sindaco di Asciano, durante la riunione, ha fatto un intervento in cui diceva che aveva già sollevato il problema con la Asl. Dato che è la Asl a chiudere la struttura, la Asl o la Società della salute, devono farsi carico almeno di un’eventuale compartecipazione alla maggiore spesa, che non vada a gravare unicamente sui familiari”.

Una buona notizia, dunque, che dovrebbe sollevare dalle spalle delle famiglie alcuni pesi e oneri, ma in giorni in cui il prezzo della benzina supera i due euro al litro sarebbero da mettere nel calderone dei rimborsi anche le spese di spostamento dei familiari, che dovranno adesso percorrere chilometri per raggiungere i propri cari. Non si capisce, inoltre, se lo spostamento degli ospiti della Rsa sarà da considerarsi a carico dei familiari o della Asl stessa.

Il malessere e il malcontento è stato generale – spiega un familiare – Che quella struttura avesse bisogno di manutenzione son anni e anni che lo sappiamo. Quello che si sperava tutti è che, al fronte della chiusura di quella, vi fosse un intervento di costruzione di un’altra RSA, che invece allo stato attuale sembra trovare molti ostacoli”. “Noi si chiedeva solo di avere più tempo di tre settimane, perché capiamo che questi interventi o prima o dopo dovranno essere fatti. Ma avremmo voluto iniziare un percorso condiviso, per rendere il più possibile meno invasivo e disagioso l’eventuale spostamento di queste persone, in termini di tempo e anche di prospettive. Sono anni che questi interventi devono essere fatti, aspettare del tempo in più per costruire un percorso condiviso familiare era quello che avremmo voluto. Alla fine della riunione ci è stato detto che ci sarebbe stata mandata dalla Asl una lettera in cui veniva spiegato e riassunto quanto detto in riunione: ad oggi non abbiamo ancora avuto niente. Sembra chiaro però che non ci sarà la possibilità di allungare i tempi”.

In tutto questo la sensibilità degli ospiti della casa di riposo sembra essere tutt’altro che di primaria importanza:” Già adattarsi a una casa di riposo non è semplice e richiede tanto tempo, nel momento in cui magari uno si è abituato viene trasferito altrove, magari più lontano dai familiari e con tutto il disagio che comporta ripartire da zero in una struttura nuova. Loro, poverini, probabilmente non sono neanche stati informati, perché son tutte persone non autosufficienti. Io a mia zia non ho ancora detto niente di tutto questo, e sarà un problema anche affrontare il discorso dello spostamento. Ci sarà da trovare le modalità per rendere l’impatto il più soft possibile”.

Inoltre, non si capisce il perché di tempistiche così strette se si considera che la progettazione definitiva dell’edificio non è ancora stata presentata e che saranno da ricollocarsi anche gli operatori e il personale della struttura, che ha ricevuto la notizia nello stesso modo precipitoso in cui è stata comunicata ai familiari. Come mai questi interventi siano diventati di punto in bianco così impellenti è: “Una domanda a cui non è stata data risposta”, come constata impotente un familiare.

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

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