L’oboista Christian Schmitt e la pianista Alessandra Gentile daranno vita al concerto intitolato “Un sorriso senza perché”, ispirato alla lirica di Eugenio Montale. Appuntamento domenica 23 agosto, alle ore 21.15 nella Chiesa di Sant’Agostino

Stavolta sarà la poesia di Eugenio Montale a ispirare il nuovo appuntamento del VI Chigiana International Summer Festival. Si intitola “Un sorriso senza perché”, infatti, il concerto in programma domenica sera con protagonisti l’oboista Christian Schmitt e la pianista Alessandra Gentile. Un titolo che rimanda alla lirica del grande poeta italiano, Ripenso il tuo sorriso(dalla raccolta Ossi di seppia) dedicata al ballerino russo Boris Kniaseff, di cui Montale rievoca con nostalgia una personalità candida, ma al tempo stessa meditabonda, e luminosa.

Il concerto sarà domenica 23 agosto, alle ore 21.15 nella Chiesa di Sant’Agostino. Un programma interessante, con la prima parte che si apre sulle note della Sonata in sol maggiore op.13 n.4 di Giovanni Battista Sammartini (1770-1775), compositore milanese settecentesco che partecipò attivamente alla rivoluzione formale in corso nel primo Settecento nell’ambito sinfonico europeo, che portò a consolidamento del canone classico della forma-sonata.

Segue l’Adagio e Allegro op.70 di Robert Schumann (1810-1856),  intitolato sul manoscritto originale Romanza e Allegro e originariamente scritto per il corno a pistoni (introdotto in Germania pochi anni prima) ma già pensata e trascritta da Schumann stesso per oboe, per violino e per violoncello. “Superba, fresca e appassionata”, nelle parole di Clara Schumann, la melodia del suo Adagio ricorda, per ampiezza ed eloquenza, l’enorme campata cantabile dell’Adagio sostenuto della Seconda Sinfonia, cioè uno dei vertici della funzione melodica nella musica romantica. Nel suo Allegro, “Rasch und feurig” (rapido e con fuoco), per quanto trascinante ed euforico, si apre però, improvvisamente, uno spazio cantabile in un Intermezzo che si ricollega alla grande melodia dell’Adagio.

Chiude la prima parte del recital la trascrizione strumentale dell’aria da concerto “Ah se in ciel benigne stelle” K. 538 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) che, originariamente scritta per soprano, mantiene intatto il fulgore della sua agile parte vocale, melodica e virtuosistica al tempo stesso.

La seconda parte del recital porta alla scoperta di compositori assai meno noti ed eseguiti, iniziando con il romantico Morceau de salon op.228 di Johann Wenzel Kalliwoda, violinista, direttore e compositore ceco ottocentesco, che secondo le testimonianze fu amato dallo stesso Schumann. Seguono la Sonatine pour Jaqueline op 21, nei movimenti Moderato – Frei – Allegro giocoso di Dirk-Michael Kirsch,  oboista e compositore tedesco classe 1965 e il primo e secondo movimento (Cantilene e Caprice) della Sérénade di André Jolivet (1905-1974) compositore francese con una visione “spirituale” della musica cui riconosceva un originario e antico potere incantatorio. Ugualmente attratto dalla poetica musicale antica che da quella moderna, subì in particolare il fascino del modello musicale francese, di Debussy, Ravel, Dukas, di cui apprezzava la dimensione acustica oltre che l’impiego ormai sempre più frequente dell’atonalità.

A conclusione del progetto, un’incursione nella composizione d’ispirazione jazzistica con due movimenti dalla Sonata per oboe e pianoforte di Daniel Schnyder, Schnell (III mov.) e Sehr Schnell (IV mov.). Il compositore svizzero, nato a Zurigo nel 1961, ama fondere in uno stile unico e personale, alla luce di quello che ama definire uno “kultur clash”, lo swing melodico e le ricercatezze di strumentazione tipiche delle ballad degli anni 30-40, alcune suggestioni e sonorità dal grande repertorio strumentale e sinfonico romantico, e una spinta ritmica, gioiosa ed energetica di provenienza tipicamente funky.

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