Roberto Fabbriciani protagonista della seconda serata
del Chigiana International Festival & Summer Academy

Dopo l’inaugurazione di domenica scorsa, su un sagrato di Piazza del Duomo illuminato dai suggestivi giochi di luce di “Io ho un sogno”, il concerto-spettacolo che ha aperto il Festival 2020, Oursounds, la sesta edizione del Chigiana International Festival & Summer Academy, torna ad accendere Siena con “I colori del suono”, venerdì 10 luglio, alle ore 21.15 nella Chiesa di Sant’Agostino.

Un concerto speciale, carico della profonda commozione che la recentissima scomparsa del grande maestro Ennio Morricone, dal 1991 al 1996 docente all’Accademia Chigiana, ha lasciato dietro di sé. A lui andrà il sentito omaggio dell’Istituzione senese, che gli dedica l’apertura e la chiusura di serata con due suoi lavori, appartenenti a due momenti diversi della sua vasta e poliedrica produzione musicale.

Ad aprire la serata sarà infatti l’Ave Maria Guaranidalla celebre colonna sonora del film “The Mission” (1986), diretto da Roland Joffé, eseguita dal Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini”, complesso artistico che porta il doppio titolo di Coro della Cattedrale con dedica al Conte Chigi, fondatore dell’Accademia senese, diretto da Lorenzo Donati, che del maestro Morricone fu allievo proprio a Siena, durante i corsi della Summer Academy, oggi docente, dal 2017, del corso di perfezionamento in direzione corale all’Accademia Chigiana.

“Ho incontrato Ennio Morricone a Siena durante il corso estivo che teneva assieme a Sergio Miceli – racconta Donati – e forte è il ricordo di quell’atmosfera magica che riusciva a creare grazie al rigore del linguaggio che utilizzava. Resterà nel cuore di tutte le persone che abbiano studiato con lui per quello sguardo forte e quel mezzo sorriso che diceva tutto”.

A chiudere la serata sarà invece la Cadenza per flauto e nastro magnetico, composizione del 1988, lavoro che appartiene al contesto della “musica pura”, come amava definirla il Maestro. Fu dedicata da Morricone al flautistae amicotoscano Roberto Fabbriciani. Sarà proprio lui, protagonista della serata, ad eseguirla. Quella con Ennio Morricone è un esempio delle numerose collaborazioni intessute da Fabbriciani nel corso degli anni con i maggiori compositori sia in Italia che all’estero. Con Luigi Nono, in particolare, Fabbriciani ha lavorato a lungo, presso lo studio sperimentale della SWF a Freiburg, aprendo e percorrendo vie musicali nuove ed inusitate, moltiplicando le possibilità timbriche dello strumento.

Il corpo centrale del programma guarda alla musica francese per coro, condensata attorno al genere della chanson, e alla scrittura musicale per flauto solo. Due mondi che esprimono perfettamente le suggestioni della vista e dell’udito squisitamente francesi. Non a caso proprio nella Francia del secondo ‘900 si svilupperà l’esperienza significativa della musica concreta, che riprende suoni ordinari come lo sbuffare di un treno o il cigolio di una porta, trasformandoli tramite le tecniche di elaborazione elettroacustica in oggetti sonori. Musica francese significa anche sorpresa, forma musicale asservita al cangiare del timbro di un unico strumento, che racconta una storia sonora con voce espressiva e comunicativa. L’aspetto della sensazione tattile del suono, come materia che dipinge un percorso dell’orecchio, ben rappresentato dai brani per flauto solo.

Il programma si muove tra autori tutti indissolubilmente legati a Parigi come luogo di formazione e di scoperta musicale. Dalle venature “arcaiche” di Syrinx, per flauto solo, di Claude Debussy, suggeritegli da testi composti cinque secoli prima (Trois Chansons Charles d’Orléans); agli intrecci tra poesia e musica di Giacinto Scelsi e del suo Pwill, dove pensieri e immagini guizzano in discorsi poetici che colpiscono per la brevità e accostamento. Poesia e musica sono protagoniste anche in Francis Poulenc, di cui verranno eseguiti tre brani tratti da Sept Chansons: n. 1 – La blanche neige (Guillaume Apollinaire), n. 4 – Tous les droits (Paul Éluard), n. 5 – Belle et ressemblante (Paul Éluard). E ancora Paul Hindemith, con le Six Chansons su testo di Rainer Maria Rilke.

A completare il programma Incantation pour que l’image devienne symbole del parigino André JolivetDoloroso per flauto solo di György Kurtág e un brano firmato da Roberto Fabbriciani stesso, Fleuno “flauto inimitabile”.

Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Opera della Metropolitana – con cui l’Accademia Chigiana ha avviato negli ultimi anni un intenso rapporto di collaborazione, da cui è nato nel settembre 2016 il Coro della Cattedrale “Guido Chigi Saracini” – con l’Arcidiocesi di Siena Colle Val d’Elsa e Montalcino e con il Comune di Siena.

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