Mentre nel Chianti prosegue la vendemmia, si tirano già le prime somme dell’annata 2020: calo annunciato della quantità delle uve, si punta su grande qualità

“E’ una vendemmia favolosa: la produzione di vino è minore rispetto agli altri anni, ma la qualità è ottima” parla così Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti a proposito della raccolta ancora in corso nel Chianti. Un territorio, questo, che attraversa diverse zone della Toscana, toccando le province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e, ovviamente, Siena per una tra le eccellenze vitivinicole della regione e dell’intera penisola, apprezzata e ammirata in tutto il mondo.

Come sempre, settembre e ottobre sono mesi fondamentali per capire cosa ci regalerà questa nuova annata. Al momento, dal Consorzio la frase che più si ripete è “meno ma ottimo“. Un calo della produzione, infatti, era nei programmi, come spiega ancora Busi: “avevamo deciso di ridurla del 20% per garantire un equilibrio di mercato, mantenere i prezzi dello sfuso e la remuneratività per le imprese, ma poi non c’è stato bisogno che gli agricoltori facessero nessun intervento nelle vigne”. Ci ha pensato la natura – sottolinea il Consorzio in una nota: sulle viti quest’anno sono maturati meno grappoli così la diminuzione è stata spontanea.

Ma non c’è solo la vendemmia a focalizzare l’attenzione. Uno sguardo viene rivolto anche, inevitabilmente, ai mercati: “al 31 agosto abbiamo registrato a consuntivo un calo solo dello 0,5% rispetto all’anno precedente, mesi fa ci aspettavamo perdite del 5-10%. Invece siamo sostanzialmente in pareggio” afferma Busi.

Il Chianti – continua la nota – è venduto per il 70-75% nella grande distribuzione e qui ha fatto registrare numeri in aumento nonostante la crisi dovuta alla pandemia Covid-19. Peggio, invece, il canale Horeca, sbocco commerciale esclusivo di ben 570 aziende del Consorzio. “Durante il lockdown – conclude Busi – questo canale è rimasto completamente chiuso. Ora sta riaprendo, ma la ripresa è lenta, mentre in campagna i costi, compresi quelli per la vendemmia, sono invariati e non si possono ridurre e l’accesso al credito è difficile”.

È anche e soprattutto per questo che il presidente torna alla carica e sollecita un aiuto concreto da parte delle istituzioni, chiamando in causa anche il nuovo governo regionale: serve, infatti, afferma Busi, “un sostegno importante per traghettare le nostre imprese verso la ripartenza economica salvaguardando mano d’opera e investimenti fatti”.

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