Almeno 24 i mesi stimati per la ricostruzione. L’amministrazione comunale sta valutando interventi per viabilità alternativa
Il Viadotto Ribussolaia non riaprirà al traffico prima dei prossimi tre anni. Il ponte, che permette di transitare da una parte all’altra del paese senza passare per il centro cittadino di Chianciano Terme, era stato chiuso ad agosto 2018 in seguito al crollo del Ponte Morandi, che ha portato alla chiusura formale di tanti altri viadotti in Italia a scopo precauzionale. Da allora, la circolazione dei mezzi è stata costretta a passare per Piazza Italia, unica via di sbocco per il resto della provincia di Siena.
Con ogni probabilità, non si procederà ad una ristrutturazione del cavalcavia ma ad una ricostruzione di un vero e proprio nuovo viadotto: già dallo scorso dicembre 2020 è in corso la gara per l’esecuzione di prove geognostiche, geofisiche e strutturali finalizzate al dimensionamento a regola d’arte della futura struttura. L’obbiettivo di Anas è quello di concludere la progettazione entro quest’anno per poi avviare le lavorazioni entro il primo semestre del 2022. Per l’intervento sono ad oggi stimati almeno 24 mesi, che porterà la conclusione degli stessi lavori presumibilmente a metà del 2024.
“Avremmo senza alcun dubbio auspicato tempistiche più brevi – commenta l’assessore Damiano Rocchi – ma già il fatto che vi siano risorse stanziate nel Contratto di Programma ANAS-MIT è da ritenersi un fatto molto positivo. Come Amministrazione Comunale non abbiamo responsabilità dirette e/o indirette sulla infrastruttura e sulla viabilità relativa alla SS 146, ma se da un lato non mancherà il nostro impegno nelle costanti relazioni con ANAS e MIT affinché tempi previsti vengano rispettati, dall’altro stiamo valutando eventuali soluzioni ed interventi su viabilità comunale esistente ed alternativa tesi sia a ridurre la circolazione veicolare nella zona centrale della cittadina sia a garantire un adeguato transito veicolare di tipo pesante correlato alle attività edilizie del territorio, per le quali – conclude -, a causa del vincolo delle sergenti termali e di precauzione protettiva delle condotte termali interrate, è vietato il transito nella zona centrale con conseguenti pesanti ricadute economiche per tutte tali attività”.