Sono le fucecchiesi Benedetta Chiari ed Elisa Motta

Benedetta ed Elisa. Fucecchiesi. Nate entrambe nella generazione del Palio. Una tamburina, l’altra sbandieratrice. Entrambe uscite dall’Accademia di Belle Arti. Una artista del contemporaneo e di installazioni, l’altra designer nel mondo della moda e del lusso. Una di Ferruzza, l’altra di Cappiano. È a loro che Daniele Cei ha affidato qualche mese indietro l’incarico di dipingere il Cencio per l’edizione 2023 del loro Palio, quello di Fucecchio.

“Un lavoro a 4 mani che non era scontato- raccontano- non ci conoscevamo personalmente e i primi incontri sono stati virtuali, prima con Daniele Cei poi da sole iniziando a mettere insieme le nostre idee..Avevamo a disposizione la possibilità di creare un lavoro a specchio, diviso in due parti; abbiamo scelto invece di lavorare insieme, volevamo creare un cencio unico che fosse figlio di entrambe le nostre storie e dei nostri percorsi artistici. Quando abbiamo iniziato a creare materialmente, poi, complice qualche ponte e molti viaggi in treno, abbiamo capito che eravamo nel posto giusto, al momento giusto, facendo la cosa giusta; eravamo sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda“.

Avevate mai pensato o sognato questo incarico?
“Chiunque viene da una città di Palio ha dentro di sé questa ambizione e la propria idea di Cencio, sostengono entrambe, farlo poi è un discorso diverso, subentra una responsabilità  maggiore proprio perché noi sappiamo cosa rappresenta quell’opera,  di cosa ogni contradaiolo carica un Cencio, cabale, attese, sogni. Non è una semplice commissione importante, è qualcosa  per cui si sente la paura di poter non essere all’altezza, qualcosa che richiede cura, amore, dedizione perché è l’emblema dei desideri di una comunità”.

Come immaginate la sera del 16 maggio, quella della presentazione?
“Ieri in conferenza stampa ci siamo accorte che sarà necessario preparare qualche riga per il discorso, eravamo fiduciose di poter reggere l’emozione e dopo ci siamo rese conto  che avevamo lasciato per strada alcune cose che ci tenevamo a dire. Quella notte magica l’abbiamo vissuta molte volte, immaginarsi dall’altra parte è qualcosa che sappiamo già farà parte dei ricordi più belli della nostra vita. Avremo  il privilegio di vivere la nostra festa sotto un punto di vista unico”.

L’attimo in cui avete terminato l’ultimo ritocco?
“Ci siamo guardate con complicità: era fatta. Il nostro Cencio era finito e abbiamo pianto. Tra poco più di una settimana sarà di tutti, non più solo vostro. Questa è una sensazione bellissima che iniziamo ad assaporare, ma avremo un vantaggio, rimarrà comunque nostro perché prima lo consegneremo alla nostra città, poi al nostro Palio. E farà parte per sempre, da lì in poi, della nostra storia”.

Sarà un Cencio pronto a reggere la passione vera dei vincitori?
“Non possiamo svelarne il supporto, ma sarà un Palio “robusto” per essere toccato, abbracciato, stropicciato da tante mani e stretto.  Speriamo che piaccia, perché abbiamo cercato di metterci dentro quello che ci  accomuna e quello che ci diversifica,  e lo abbiamo caricato  soprattutto del nostro senso di appartenenza, dell’amore per le nostre contrade, della forza della condivisione e di tanto, tanto cuore”.

Eleonora Mainò
Nata sotto il segno dei pesci. Narratrice di storie di polvere e provincia e uomini di cavalli. "L'aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo" ( proverbio arabo)

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