In consiglio comunale un’interrogazione del consigliere del gruppo In Campo Claudio Cerretani

Nel consiglio comunale di lunedì, dal consigliere del gruppo In Campo Claudio Cerretani un’interrogazione sulla trasformazione in Rsa della residenza assistita “Il Pavone”.

Cerretani ha illustrato che “tale scelta comporterebbe un passaggio dagli attuali 85 posti per autosufficienti a 76 posti per non autosufficienti con la conseguenza che solo il 40% di questi potrà usufruire del parziale contributo della Regione, mentre per gli altri i costi di assistenza saranno a carico loro e delle famiglie stesse”.

Un progetto – ha proseguito Cerretani – che non ha ottenuto il parere favorevole dalla Società della Salute Senese, alla quale partecipa anche il Comune, con voto unanime di tutti gli altri Sindaci e dell’Usl Toscana Sud Est preoccupati che l’aumento dei posti in RSA porti inevitabilmente ad una minore qualità dei servizi, oltre a condizionare il rapporto tra pubblico, garantito dall’ASP, e privato”.

Il consigliere ha così chiesto se “sia stata valutata l’effettiva necessità di incrementare nuovi posti per non autosufficienti in RSA; se l’autorizzazione concessa risponda a un indirizzo programmatico che verrà seguito anche in futuro, e se sono stati considerati anche gli impatti economici, e non solo, sui cittadini che necessitano del servizio, sull’A.S.P. e quindi sul bilancio comunale”.

A rispondere l’assessore alla Sanità Francesca Appolloni, la quale ha chiarito che “è stata concessa la trasformazione, trovando legittima la richiesta di soggetti gestori di RA che sentano l’esigenza di rispondere a un predefinito quadro normativo”, illustrando poi in dettaglio le richieste pervenute all’ufficio preposto che sono state: Il Pavone – Casa Sollievo Network: da RA a RSA con decremento posti rispetto all’attuale, Casa Anna Maria e Villa Le Volte della Cooperativa Comunità e Persona e Consorzio Archè: da RA a RSA con incremento dei posti rispetto all’attuale, RSA Quisisana di Quisisana SRL, ed infine Le Ville di Porta Romana (RA Villa i Lecci e RSA Villa San Bernardino) della Società di Esecutori di Pie disposizioni da RA a RSA con incremento dei posti rispetto all’attuale”.

Venendo alla richiesta di riduzione del numero di posti letto da parte di Casa Sollievo Network (Il Pavone), e dell’impegno, liberamente preso, di accettazione di ospiti dotati di titolo di acquisto nella sola misura del 40% sul totale, Appolloni ha evidenziato “che analoga richiesta di rispondere a preciso quadro normativo è pervenuta anche da Le Ville di Porta Romana, della Società di Esecutori di Pie Disposizioni e da Casa Anna Maria e Villa Le Volte della Cooperativa Comunità e Persona, membro del Consorzio Archè”. 

Ha ricordato poi che il parere della Società della Salute è obbligatorio ma non vincolante e che “si cita dal verbale dell’assemblea SDSS del 22 novembre 2019 i presenti esprimono “nell’immediato, parere negativo in merito alle richieste di autorizzazione presentate a questo consorzio” rinviando “alla stesura del Piano Integrato di Salute, che vedrà la sua approvazione entro il 31 marzo 2020” e che, nei fatti, l’approvazione del suddetto PIS è avvenuta a giugno 2020 (in forma provvisoria riservandosi la possibilità di modificarlo dopo Covid)”.

Inoltre, ha tenuto a chiarire che “le richieste datate novembre 2019 hanno avuto risposta sospesa, nell’immediato, il 22 stesso mese/anno e mancano ancora di risposta definitiva, non essendo stato discusso e approvato il PIS dall’assemblea della SDSS” aggiungendo che “lascio a voi il calcolo dei giorni di attesa rispetto all’immediata assunzione di rischio imprenditoriale.

Inoltre le preoccupazioni avanzate nell’interrogazione sono totalmente infondate, poiché, come precisato nel medesimo verbale dell’assemblea di SDSS del 22 novembre 2019, è altresì scritto con chiarezza che “il parere rilasciato da questa assemblea (…) non riveste natura tecnica per la quale la competenza è ascritta alla commissione multidisciplinare per la vigilanza delle strutture”.

Detta commissione è di pertinenza AUSL, del cui personale si compone, ed è “deputata alla verifica dell’accertamento dei requisiti per accreditamento, il rilascio delle autorizzazioni al funzionamento di strutture residenziali e semiresidenziali e per il mantenimento nel tempo degli stessi” (da delibera 1187 del 27/10/2020 DG AUSL su proposta Dipartimento Servizi Sociali). Di certo una rassicurazione per ospiti e familiari.

Alla luce di ciò, non si comprende perché la preoccupazione evidenziata nell’interrogazione sembri riferirsi alla sola struttura de Il Pavone e non anche a Casa Anna Maria e Villa Le Volte del Consorzio Arché o Le Ville di Porta Romana delle Pie Disposizioni che presentano analoga richiesta e parametri, ricevendo anche loro risposta positiva da parte dell’Amministrazione.

Ci tengo poi a sottolineare che, ai sensi della DGR Toscana n. 955 del 11/10/2016, in vigore dal 2017, si riconosce al cittadino il principio di libertà di scelta tra pubblico, privato e privato sociale (cooperative), a patto che la struttura risponda ai requisiti richiesti la cui verifica spetta alla AUSL mentre spetta alla SDSS, con funzione di controllo degli accordi oggetto di apposita convenzione, vigilare sul corretto rimborso del titolo di acquisto nel limite accordato”. 

L’assessore, riportando dal verbale dell’assemblea di SDSS, ha aggiunto che “dalle rilevazioni dell’osservatorio regionale emerge che a fronte di un allungamento della vita media – il dato del nostro territorio è del 25,44% di ultra sessantacinquenni a fronte di 25,11% della Regione Toscana – cresce la presenza anziana nelle famiglie e aumentano gli anziani soli”, e ha evidenziato che questi dati “dimostrano che la popolazione dei nostri territori sta invecchiando, che siamo di fronte ad una diversa composizione della famiglia che porta a un assottigliamento delle reti familiari e della formazione di un gran numero di nuclei composti da persone sole e spesso anziane.

Un numero, quindi, molto alto di anziani residenti deve costituire un riferimento per la programmazione di servizi dedicati all’età geriatrica, sia di tipo sanitario sia sociale”.

Sul dato economico generale, invece, la capacità reddituale è superiore alla media regionale e nazionale, “tale da costituire un indicatore per l’ottimo tasso di occupazione dei posti letto privati”.

Concludendo che “una maggiore offerta potrebbe andare a soddisfare una domanda che è ragionevole ipotizzare in ulteriore crescita. Anche alla luce di ciò che sta avvenendo ovvero di una forte migrazione di pazienti con esigenze assistenziali verso il Lazio, nello specifico verso la provincia di Viterbo.

Sottolineando inoltre che “occorre preoccuparsi non tanto di posti letto ma di personale sanitario OS e di infermieri dal momento che c’è una grande carenza anche a seguito dell’emergenza Covid. Un punto che potrebbe essere, insieme a percorsi di formazione, un focus su cui prestare attenzione”.

“Ringrazio per la puntuale e completa risposta – ha dichiarato Cerretani – che ha chiarito gli aspetti che stanno dietro a questa scelta del Comune. Spero che queste decisioni rispondano alle esigenze degli ospiti e che non gravino troppo sui bilanci familiari”.

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