Attenti alla qualità e alla provenienza, dice Coldiretti mentre le castagne, simbolo dell’autunno, riempiono le tavole degli italiani

È uno dei prodotti simbolo dell’autunno, presente nei libri di scuola dei più piccoli, nelle decorazioni stagionali e anche in tante ricette tradizionali. Stiamo parlando della castagna, piccolo frutto marrone che, un tempo, veniva chiamato “il pane dei poveri“, sia perché rappresentava un’importante fonte di approvvigionamento per i meno abbienti, sia per la facilità di trovarle nei boschi e lungo le strade delle nostre campagne.

La Toscana è la regione con il maggior numero di numero di denominazione di origine legati al castagno, di cui uno nel vicino Monte Amiata: la Castagna Del Monte Amiata Igp. Seguono il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Farina di Neccio della Garfagnana DOP e la Farina di Castagne della Lunigiana DOP

Quest’anno – precisa Coldiretti – la produzione nazionale è in crescita sia per quanto riguarda la quantità che la qualità, con una stima che si aggira intorno ai 35 milioni di chilogrammi. “Si resta tuttavia ancora lontani – sottolinea ancora Coldiretti – dai fasti produttivi del passato. Basta ricordare che nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829 milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era pari a 55 milioni di chili”.

Ottime come ingredienti per dolci, zuppe e minestre, le castagne si possono gustare anche “da sole”, cucinate al fuoco oppure al forno. Quello che mancherà, in questo 2020, sono le sagre, dove la castagna è sempre uno dei prodotti più venduti – e che rappresenta, di conseguenza, anche una perdita importante per i produttori. Un esempio? Ad Abbadia San Salvatore, proprio sul Monte Amiata, è stata annullata la tradizionale Festa d’autunno 2020, che avrebbe dovuto svolgersi, come di consueto, nel secondo e terzo week end di ottobre. L’appuntamento è al 2021.

Attenzione alla provenienza, però. “Il rischio – conclude Coldiretti – è quello di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, considerato che le importazioni nel 2019 sono risultate pari a ben 32,8 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori”.

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