È venuto a mancare una settimana fa Marino Garaffi, 83 anni, colpito da tempo da una brutta malattia contro la quale ha combattuto fino alla fine. Il suo contributo alla Resistenza viene ricordato dall’autobiografia “Storia di un partigiano” di Velio Menchini, “Pelo” il nome di battaglia, a cura di Mauro Gianni.
“Ricordo molto bene che, siccome al podere ‘Ripostena’ c’erano gli sfollati e giravano continuamente persone, io ero stato affidato al giovanissimo figlio Marino Garaffi di 9-10 anni – si legge tra le pagine -. […] C’era sempre questo ragazzo che mi attendeva puntualmente e ad un mio fischio rispondeva con un fischio, se non c’erano persone, oppure stava zitto, avvisandomi così di un pericolo per la presenza di persone non di famiglia. Le cure che le persone di questa famiglia ebbero per me furono grandi, senza dimenticare che dando ospitalità ad un partigiano rischiavano di essere fucilati. Le attenzioni che ebbe il piccolo Marino Garaffi, in particolare, furono davvero commoventi e di grandissima utilità”.
Sui social tanti ricordi e commenti di cordoglio. L’Amministrazione comunale di Casole d’Elsa ha pubblicato sulla propria pagina Facebook l’affettuoso ricordo dell’ex sindaco Piero Pii.
“Un compagno che ha sempre creduto nei valori dell’Antifascismo e della Resistenza – fa sapere l’Anpi locale -. Il primo che ogni anno accorreva a prendere le tessere per sé e la sua famiglia, una persona semplice e dalla schiena dritta, allergico fino all’ultimo alle ingiustizie e ai soprusi. […] Marino era soprattutto un uomo libero, che fino all’ultimo ha continuato a indignarsi per la mancata conoscenza storica dei più giovani. Persino all’ospedale, quando il piglio non era più quello di una volta, ha continuato a rimproverare medici e infermieri che non sapevano cosa fossero il 25 Aprile o il 1 Maggio”.
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