Lorenza Pieraccini è stata ascoltata in commissione parlamentare. Rispondendo alle domande ha confermato di aver letto la mail in data 4 marzo

In commissione anche la Pieraccini, interrogata dopo Fanti, ha risposto alle domande dichiarando che anche altre persone avevano accesso alla mail di Viola. Ma non viene citato il nome e chi fossero queste persone, membri dello staff di Viola che forse avrebbero letto, insieme a Fanti e Pieraccini, la mail dove Rossi annunciava il suicidio.

Le autorizzazioni all’accesso erano state date da Fanti o da Viola. Autorizzazioni Pper poter permettere anche ad altri di svolgere il lavoro in assenza della Pieraccini. Dello staff di Viola, ufficio di direzione, facevano parte 5/6 persone con a capo Fanti.

Ripercorriamo l’udienza della Pieraccini nelle domande che le sono state rivolte.

Da alcune indagini condotte dalla postale della polizia di Genova, si dice che la mail sarebbe stata redatta dopo la morte. Lei ha detto di aver letto la mail il giorno 4 marzo, ci riconferma questa dichiarazione?

“Sono sicurissima. Io seguivo il dott. Viola, ero la sua segretaria. Quel giorno, il 4 marzo, era fuori sede. Ho controllato la posta che arrivava. Vidi questa mail, incredula l’ho letta e riletta, ho stampato la mail e sono andata dal dott. Fanti, responsabile della segreteria perchè era una mail inusuale, mi agitava un pò. Io lo spronai a parlare col dott. Rossi o con qualcuno. Poi ho visto che la mail era stata aperta, quindi ho dato per scontato che anche Viola l’avesse aperta.

Chi aveva accesso alla mail?

“Il dott. Viola, io, Fanti e un paio di persone dello staff ma non so chi fossero. Non ho disturbato Viola perchè era in vacanza. Ho solo spronato a fare qualcosa, stava a Fanti poi decidere cosa fare o meno. La mail è arrivata insieme ad altre mail, vedevo che c’era comunque uno scambio di mail in quella giornata.”

Dopo il decesso cosa ricorda?

“Io sono uscita verso le 18 dall’ufficio. Ero a cena fuori con un’amica e sono stata chiamata da Franci, autista di Viola che mi ha avvertito che era andato a Roma a prendere Viola rientrato con un volo da Dubai. Io raggiunsi il luogo del decesso da Via Calzoleria, dove mi trovavo, in Via de’ Rossi molto velocemente. Fino al giorno dopo nessuno è rientrato in ufficio.”

Lei aveva visto uno scambio di mail tra Rossi e Viola, ma non ha avvertito Viola giusto?

“C’era stato uno scambio di mail. Io controllavo le mail due, tre volte entravo al giorno e ricontrollavo sempre la mattina e anche il pomeriggio. Dopo che avevo consegnato la mail a Fanti non furono prese iniziative di contattare nessun’altro, almeno non davanti a me. Non ho riferito della mail ad altre persone. Anche con il dott. Fanti non ne abbiamo più parlato. Dopo la morte di Rossi io sono entrata nella posta elettronica a vedere, a cercare la mail ma non l’ho trovata. Poi non ho più controllato. Io non cancellavo certo la posta se non mi veniva detto da Viola, d’iniziativa personale mai successo. Io penso che il dott. Viola avesse visto la mail. Con il dott. Fanti non abbiamo più parlato della mail.”

Nessuno ha chiesto di verificare il suo computer o quello del dott. Fanti?

“No nessuno. Io ho stampato quella mail e l’ho fatto vedere al dott. Fanti.”

E quel foglio che fine ha fatto?

Non mi ricordo se l’ho lasciato a Fanti, o se poi è stato buttato.”

Quando ha sentito Rossi l’ultima volta?

“Sicuramente la mattina del 6 marzo, giorno della morte di Rossi, ci siamo sentiti. Poi non ricordo se nel pomeriggio ci siamo parlati ancora, può darsi che gli abbia lasciato qualche comunicazione.”

La mattina dopo la morte di Rossi è andata in banca?

“Non mi ricordo se il 7 è stata fatta una riunione. Non partecipavo alle riunioni dello staff della direzione.”

Della mail non ne ha parlato con nessuno? Nemmeno Viola?

“No, non ne ho parlato con nessuno.”

Viola ha dichiarato che per il fuso orario dove si trovava, a Dubai, in realtà lui non ha letto quella mail?

“Si ha dichiarato questo. Ma io sono sicura che la mail era stata spuntata come se qualcuno l’avesse letta.

Irene Chiti
Il giornalismo è una professione che non si sceglie, è lui che sceglie te. Ho sempre creduto che il valore di un vero professionista sta nel fatto di mettersi completamente a servizio del "racconto", stare un passo indietro piuttosto che sentirsi gli attori di ciò che scriviamo. Noi siamo solo il tramite per far arrivare il "racconto". Per questo prendo in prestito le parole di Joseph Pulitzer per ricordare la raccomandazione più importante: "Presentalo brevemente così che possano leggerlo, chiaramente così che possano apprezzarlo, in maniera pittoresca che lo ricordino e soprattutto accuratamente, così che possano essere guidati dalla sua luce."

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