Quello che la stampa di regime (familiare) non vi racconta

L’agenzia ANSA ha battuto oggi (ndr: ieri per chi legge) una notizia che è rimbalzata in breve su tutte le testate nazionali: “Il giudice per le indagini preliminari di Genova, Franca Borzone, oggi in pensione, aveva mandato alla procura di Siena la relazione della polizia postale in cui si diceva che la mail in cui David Rossi annunciava il suicidio era stata “creata dopo la sua morte”.”

Come al solito, notizia roboante, tanto fumo, poco arrosto e… un clamoroso autogol. Sorprende come tanti colleghi, ancora oggi, dopo quasi 5 anni di inchieste cadano nelle “trappole” organizzate da tutti coloro che hanno interesse a mantenere viva l’attenzione.

Proviamo a spiegare, documenti alla mano, che poi è quello che i cronisti dovrebbero sempre fare. Il G.I.P. di Genova, che aveva archiviato il procedimento contro ignoti originato dai servizi della trasmissione Le Iene (che avevano ipotizzato svolgimento dei presunti festini che avrebbero condizionato l’approfondimento delle indagini per la morte di David Rossi), contestualmente all’archiviazione aveva trasmesso il fascicolo alla Procura di Siena “competente in ordine ai reati di sfruttamento della prostituzione viste le dichiarazioni dell’escort Matteo Bonaccorsi.

Cosa non ci raccontano i legali di parte: la relazione della Polizia Postale di Genova parla sì del pc di David Rossi; quello che non vi dice è che dal giugno 2013 a quando viene riconsegnato alla postale di genova è rimasto nella disponibilità della famiglia e dei legali fino al 27 giugno del 2019, quindi per ben sei anni (si badi bene, siamo nel 2019).

Chi ha potuto visionare il documento della postale riferisce che il file, quello della famosa mail con la quale David Rossi aveva comunicato all’AD Fabrizio Viola la sua intenzione di suicidarsi “Stasera mi suicido, sul serio. Aiutatemi!!!!” dell’ultimo scandalo, è stato creato il 29 luglio 2014 alle ore 22,48, ricordate? Sempre quando il pc era nella disponibilità della famiglia perché David Rossi è morto da più di un anno!!!

Infatti la Polizia Postale ha rilevato un’anomalia tra il Creation date/time (cioè la data di creazione della mail) del 7/3/2013 ore 11:41:41 e il Delivery Date/Time (cioè la data di spedizione della mail) del 4/3/2013 alle ore 11:41:41. Dell’anomalia la Polizia Postale non fornisce una spiegazione, ma rileva che la data di creazione del file con la mail è del 29 luglio 2014. la domanda sorge spontanea, quale gruppo lavorava sul pc in quel periodo? mah!!!…in quale bar di Siena? A saperlo!!!

Ma la cosa sconcertante che i nostri colleghi non riferiscono è un’altra e va nella direzione opposta e ci rivela un’altra verità rispetto a quella sbandierata dai legali della famiglia. Infatti la stessa polizia postale nel medesimo documento (forse nessuno è arrivato alla fine della relazione) afferma: “Tutti i dispositivi consegnati da Carolina Orlandi e dal suo legale Miceli sono stati alterati nel loro contenuto dopo la consegna alla famiglia (ndr: 2013) per cui la loro analisi risente di questa circostanza e ne risulta in alcuni casi viziata”.

Ci sono altri aspetti fondamentali, per noi che ancora conserviamo un po’ di memoria storica, e lo dice la stessa polizia postale “la mail è stata recapitata il 4 marzo 2013”. Sempre se la memoria non ci inganna ci sono anche ben due testimoni che hanno ricevuto e letto la mail che l’AD Viola “non ricorda”, Lorenza Pieraccini e Valentino Fanti, che proprio il 6 marzo 2013, confermavano di aver letto la mail con i propositi suicidari del 4 marzo 2013.
I veri cronisti quindi dovrebbero porsi un’altra domanda: chi ha alterato i dispositivi sei anni dopo la riconsegna alla famiglia? Chi può avere interesse ad alterare e modificare le date delle mail?

Noi che siamo un giornale e la memoria la conserviamo siamo andati a rileggere la seconda sentenza di archiviazione dove si scopre che la signora Chiara Benedetti, cognata di David Rossi, “s’intende sempre senza specifica volontà maliziosa” con propri programmi di conversione “craccati” aveva già compromesso la famosa mail “help”.

L’ultima domanda, come mai da quando sono iniziati i lavori della commissione parlamentare, con una cadenza bisettimanale, ci sono “clamorose rivelazioni” e perché i colleghi che rivelano queste grandi scoperte non approfondiscono mai? Mah… a saperlo!!!

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