I risultati attesi all’inizio della settimana sono stati anticipati sulle cronache nazionali. La maxiperizia, eseguita lo scorso dicembre a Siena, era stata chiesta dalla commissione parlamentare che indaga sulla morte di David Rossi.

La perizia condotta lo scorso dicembre a Rocca Salimbeni ha cercato di ricostruire la dinamica della caduta attraverso un manichino antropomorfo. La commissione parlamentare d’inchiesta ha affidato ai reparti specializzati dei carabinieri 49 quesiti per cercare di capire come è morto David Rossi.

E i dubbi, mossi dalla famiglia, sui quali la commissione d’inchiesta ha lavorato in questi ultimi mesi sembrano dipanarsi definitivamente. Tutte le inchieste giudiziarie, condotte tra Siena e Genova, hanno sempre archiviato il caso della morte di David Rossi come suicidio. Una conclusione a cui una parte della famiglia ha sempre risposto, invece, con una sorta di controinchieste mediatiche di cui media nazionali si sono occupati portando avanti prima l’ipotesi dell’istigazione al suicidio, poi dell’omicidio, passando per gli scenari, più volte dibattuti, dei festini gay o delle verità compromettenti su banchieri, politici senese e persino magistrati, di cui Rossi sarebbe stato a conoscenza circa l’affare Antonveneta, e che avrebbero collocato Rossi come un personaggio scomodo.

Un fascicolo di quasi mille pagine che i reparti speciali dei carabinieri, Ris, Ros e Racis, hanno consegnato nelle mani della commissione parlamentare. Come preannunciato, nella giornata di domani lunedì 18 luglio, gli oltre 50 quesiti posti dalla commissione saranno chiariti dal collegio medico-legale che ha analizzato i risultati della maxiperizia.

Ad anticipare i punti principali di quanto sarà svelato domani, è il quotidiano La Stampa.

I tabulati telefonici

Il primo punto riguarda la risposta alla famosa telefonata dell’onorevole Santanchè, che arrivò nell’ufficio di Rossi due ore circa dopo la sua morte il 6 marzo 2013. Chi fu a rispondere al telefono? La maxiperizia avrebbe stabilito che nessuno rispose a quella telefonata. A dimostrarlo i tabulati telefonici che rivelerebbero gli squilli a vuoto.

Sempre sui tabulati telefonici un ulteriore dubbio chiarito è la telefonata fatta dal cellulare di Rossi al numero 4099009. Si tratterebbe semplicemente del numero collegato alla ricarica automatica del servizio telefonico. Sempre dai tabulati telefonici risulta che a chiamare Rossi fu infatti la figliastra Carolina Orlandi che aveva esaurito il credito del cellulare e che attivò la richiesta di addebito della telefonata.

La dinamica della caduta

Infine i test eseguiti dal Ris sulla dinamica della caduta: inverosimile ritenere che Rossi fu tenuto da almeno due persone per le braccia prima di essere fatto cadere, addirittura girandolo.

L’orologio non fu lanciato successivamente, quello che si rileva nel video (un luccichìo che potrebbe sembrare lo specchio del quadrante dell’orologio) sarebbe in realtà una goccia d’acqua.

Compatibili anche le escoriazioni riportate sotto le suole delle scarpe, segno che probabilmente, dopo essere rimasto appeso ha tentato di risalire aggrappandosi con i piedi all’unico punto di appoggio possibile lungo il muro.

Rimane da chiarire la dinamica di una “caduta atipica” lungo il muro, a candela come è stata definita della perizia. Ma tutte le ferite riportare sarebbero invece compatibili con la caduta stessa, compreso la ferita al fegato, compatibile con lo schiacciamento a seguito della caduta. Restano da chiarire altre ferite riportate da Rossi, al volto, all’avambraccio e ai polsi.

Come e se Rossi si sia fatto male nei giorni precedenti alla caduta, o se avesse subìto della violenze restano l’unico vero dubbio quasi impossibile da chiarire a posteriori.

Irene Chiti
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