“Stefano” si chiama Matteo Bonaccorsi, è assistente di un europarlamentare della Lega. “Termini generici e poco precisi sui presunti festini” dice la Procura di Genova

Si chiama Matteo Bonaccorsi (a sinistra nella foto di copertina tratta da Facebook con il leader della Lega Matteo Salvini), fa l’assistente di un europarlamentare della Lega ed è l’escort, soprannominato “Stefano” durante la puntata delle Iene, giudicato “inaffidabile” dalla Procura di Genova nel filone dei festini hard a base di sesso e cocaina del caso David Rossi. Sul caso il gip di Genova Maria Franca Borzone è chiamato a decidere domani: la Procura ha chiesto l’archiviazione perché di fatto ritiene che non ci siano prove che i giudici senesi archiviarono l’inchiesta sulla morte di David Rossi, il capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena precipitato da una finestra di Rocca Salimbeni il 6 marzo del 2013, perchè “sotto ricatto” per presunti festini hard.

Bonaccorsi è stato convocato (e non si è dunque presentato “spontaneamente” come raccontato durante la trasmissione di Mediaset) dalla procura ligure nell’ottobre del 2018 e ha ricostruito “in modo non affidabile” secondo i Pm, i festini hard e chi vi partecipava. Fra le altre cose, l’assistente parlamentare fa riferimento esplicito a una nota struttura nel comune di Monteriggioni, dove nel medesimo periodo il testimone si è recato per un matrimonio di una parente, come testimoniano le foto rinvenute sul suo profilo Facebook.

L’escort è stato identificato dalla polizia dopo una perquisizione a casa del giornalista delle Iene Antonino Monteleone, autore del servizio andato in onda su Mediaset sul caso Rossi. La sua testimonianza è apparsa al procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati e alla pm Cristina Camaiori assai meno convincente di come risultava in video, quando, di fronte ad alcune fotografie occultate, ha detto di riconoscere i personaggi che frequentavano i festini a base di sesso e droga.

Durante la testimonianza resa ai Pm, l’escort leghista racconta di essersi messo in contatto con il giornalista Monteleone e di avergli mandato una mail a dicembre 2017. Il racconto messo a verbale risulta però molto meno ricco di dettagli rispetto a quanto trasmesso in televisione. La Procura, infatti, ripercorre il servizio delle Iene con le immagini non occultate e “Stefano” non riconosce con nitidezza i personaggi e non fornisce, a quanto ricostruiscono i Pm, riferimenti effettivi.

“Sulla valenza probatoria delle rivelazioni di Bonaccorsi – scrive infatti la procura nella richiesta di archiviazione – è lecito quantomeno dubitare. In più parti del suo racconto si è espresso in termini generici e poco precisi, come quando non è stato in grado (o più realisticamente non ha potuto/voluto), fornire indicazioni utili a identificare e rintracciare gli altri ragazzi che, a suo dire, avrebbero preso parte ai “festini””.

Per la procura gli elementi forniti dal dichiarante sono “pochi” e “i riscontri non hanno trovato conferma”. “E’ stato individuato – scrive la Procura – il resort citato dal Bonaccorsi e sono state sentite numerose persone dello staff, ma nessuna di queste ha fornito indicazioni anche solo parzialmente coincidenti con quelle rese”. “Si tratta – sottolineano i Pm – in tutta evidenza di dichiarazioni estremamente generiche, non confortate da una logica interna che le renda verosimili e soprattutto prive dell’indicazione di un qualsiasi particolare che ne consenta il riscontro”.

“Si tratta – chiude la Procura – quindi di una versione intrinsecamente assai poco attendibile e priva di qualsiasi riscontro esterno ed anzi smentita nella parte relativa al materiale informatico, nel quale vi sarebbe stata traccia dei festini e che, all’analisi eseguita dalla Polizia Postale, non ha invece evidenziato alcune elemento utile”.

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