Inchiesta escort e festini, una fonte vicina alla Procura di Genova: “L’invio degli atti al Consiglio Superiore della Magistratura è atto dovuto”

Sul caso Rossi e i presunti festini “l’invio degli atti al Consiglio Superiore della Magistratura è un atto dovuto”. E’ la conferma che arriva da fonti vicine alla Procura di Genova per quanto riguarda l’inchiesta per presunto abuso d’ufficio, per la quale gli stessi Pm hanno chiesto l’archiviazione (deciderà il Gip) e, allo stesso tempo, hanno trasmesso il fascicolo al Csm.

In sostanza secondo i Pm non ci sono prove sui presunti abusi d’ufficio dei magistrati senesi nel caso David Rossi e sulla vicenda dei festini a base di escort e droga. Un’ipotesi, infondata secondo gli inquirenti, emersa durante una trasmissione delle Iene, trasmissione di Mediaset, di ottobre 2017, in cui, in un dialogo trafugato e poi trasmesso, l’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini ipotizzava coinvolgimenti tra i pm, alcuni festini e lo stesso Rossi. In successive puntate della trasmissione di Italia Uno la “Iena” Antonino Monteleone ha ricostruito attraverso testimonianze anonime festini e altre circostanze, che, sempre secondo questa ipotesi, avrebbero spinto alcuni pm a coprire i responsabili della morte di Rossi, avvenuta il 6 marzo 2013 e archiviata già due volte come suicidio. L’indagine nata e durata due anni ha portato alla richiesta di archiviazione da parte della Procura di Genova: si attende adesso il pronunciamento del Gip, che deve decidere se accogliere o meno la richiesta stessa.

“L’invio degli atti al Csm è un atto dovuto, l’indagine sul presunto abuso d’ufficio interessa dei magistrati” sostiene la fonte. Non ci sarebbe dunque nessun addebito verso la Procura di Siena, ma una trasmissione degli atti come prassi vuole. Il Csm, del resto, già all’inizio della questione avrebbe chiesto informazioni.

L’altro filone della vicenda, legato invece all’ipotizzato reato di diffamazione aggravata dopo la querela presentata dai magistrati senesi, dovrebbe arrivare entro pochi giorni alla chiusura delle indagini, con eventuali richieste di rinvii a giudizio eccellenti.

Lo stesso Antonino Monteleone, sempre riguardo alle trasmissioni sul caso Rossi, ha ricevuto un rinvio a giudizio da parte del gup di Torino per il reato di diffamazione aggravata in danno dell’avvocato Michele Briamonte.

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