Non sappiamo se la vicenda di David Rossi conoscerà mai la parola fine. Fra giravolte dialettiche della commissione d’inchiesta e atti certificati, arrivati negli anni dal Tribunale di Siena, alcune certezze però le abbiamo.

Fra queste, il fatto che la tragica scomparsa dell’ex capo della comunicazione di Monte dei Paschi di Siena abbia portato ad una proliferazione di scrittori, libri e affini.

Tutti pronti a gettarsi sul “caso” annunciando stranezze e ineffabili novità.

La possiamo chiamare “editoria della tragedia”? Un numero incredibile di libri prodotto negli anni.

Si è partiti con quello, mezzo autobiografico, di Carolina Orlandi, per poi continuare con quello a fumetti della Iena Antonino Monteleone. Poi una serie di volumi in qualche modo, direttamente o indirettamente, collegati a Rossi e alle vicende di Mps.

Un numero di libri nati e cresciuti in maniera abbastanza strana rispetto ad altri “casi” in Italia. Non siamo a conoscenza di una proliferazione così elevata su un fatto che, al momento, ha già avuto due archiviazioni certificate.

A farla da padrona, naturalmente, la tesi legata all’omicidio. Anche perché, spiegare i fatti per quello che dicono le carte, come ha ripercorso Raffaele Ascheri nel suo “Cronaca di un suicidio annunciato”, forse non stimola molto l’immaginario collettivo.

Ad accrescere il numero di volumi scritti sul caso Rossi, ecco le due altre “novità” degli ultimi giorni.

Il neo direttore de Il Tempo, rimasto però anche a dirigere il gruppo “Corriere” (tra cui anche il Corriere di Siena) Davide Vecchi è tornato sull’argomento con “La verità sul caso David Rossi”, a distanza di qualche anno dal suo “Il caso David Rossi”. Sarà interessante e curioso capire cosa sia cambiato rispetto al volume precedente.

Gli ha fatto seguito, a distanza di pochi giorni, un altro giornalista, Pierangiolo Maurizio, con il suo “Una storia sbagliata. David Rossi & Mps, un mistero italiano”.

Vecchi è un osservatore privilegiato, perché risulta essere anche consulente della suddetta commissione parlamentare d’inchiesta, anche se su questa scelta non è stata data una spiegazione da parte dei parlamentari.

E’ osservatore privilegiato anche il collega di Rete 4, anch’egli consulente della commissione, rimasto per mesi a Siena provando, fra le altre cose, a legare il caso di Rossi con quello  dell’omicidio (anche questo caso chiuso) di Molina Camargo Lucelli, uccisa in via Vallerozzi, qualche giorno prima della morte dell’ex manager di Mps, dal reoconfesso William Villanova Correa. Tentativo fallito.

Dai titoli si capisce già da che parte si schierano i due giornalisti.

La commissione proverà a togliersi dal pantano proseguendo con il suo lavoro nelle prossime audizioni, su spinta di alcuni membri come Rizzetto, Migliorino e Borghi su tutti. Anche se, fino ad oggi, ha raccolto ben poco: il suicidio rimane cristallizzato nelle sopracitate carte del Tribunale.

Zero indizi, zero prove. Solo e soltanto supposizioni.

Con i due nuovi libri le casse dell’editoria ne guadagneranno sicuramente. Le opinioni sono legittime in democrazia. Sull’opportunità di pubblicare tesi che surrogano altre tesi, tutte da una parte, si potrebbe obiettare.

Irene Chiti
Il giornalismo è una professione che non si sceglie, è lui che sceglie te. Ho sempre creduto che il valore di un vero professionista sta nel fatto di mettersi completamente a servizio del "racconto", stare un passo indietro piuttosto che sentirsi gli attori di ciò che scriviamo. Noi siamo solo il tramite per far arrivare il "racconto". Per questo prendo in prestito le parole di Joseph Pulitzer per ricordare la raccomandazione più importante: "Presentalo brevemente così che possano leggerlo, chiaramente così che possano apprezzarlo, in maniera pittoresca che lo ricordino e soprattutto accuratamente, così che possano essere guidati dalla sua luce."

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui