Il presidente di Siena Casa ha risposto con una lettera al candidato sindaco del centrodestra

Il presidente di Siena Casa, l’avvocato Roberto Martini, ha risposto con una lettera a un post di Emanuele Montomoli relativa alla situazione delle case popolari.

“Caro Emanuele,
nella mia qualità di Presidente di Siena Casa, intervengo volentieri nella questione relativa alle case popolari, oggetto di un Tuo pubblico intervento social e di un estratto del Tuo programma.
Rilevo, purtroppo, delle inesattezze nel Tuo intervento, nonostante il Tuo personale “consulente” (absit iniuria verbis) in materia di E.R.P. sia soggetto che ben conosce la materia, essendosene occupato per anni.
Come tu ben sai, la gestione dell’edilizia popolare è affidata per legge ad una società (Siena Casa s.p.a.) che non è una società in house del solo Comune di Siena ma che rappresenta le istanze di ben 35 comuni della provincia di Siena (il cosiddetto “livello ottimale d’esercizio” o L.O.D.E.); è evidente pertanto che, nella gestione di un servizio così complesso, debbano tenersi in considerazione gli interessi di moltissimi comuni, in una zona di competenza che va da San Casciano dei Bagni a Casole d’Elsa, per un totale di ben 2800 alloggi…
Siena Casa gestisce pertanto ANCHE gli appartamenti (oltre 1000) di proprietà del Comune di Siena, ma non solo.

Mi preme inoltre precisare che Siena Casa s.p.a. si occupa esclusivamente di gestire tutti gli aspetti contrattuali e, soprattutto, la manutenzione degli immobili E.R.P. di proprietà comunale (essendo invece riservata ai singoli comuni soci la procedura amministrativa di assegnazione degli alloggi agli aventi diritto). Si tratta, come potrai immaginare, di una gestione complessa che si fonda esclusivamente sui ricavi (assai modesti) provenienti dai canoni di locazione che, in media, ammontano a circa € 105,00 al mese per ciascun nucleo familiare.
Considerando la permanenza media nell’alloggio, ogni nucleo familiare, nell’arco del rapporto contrattuale, versa mediamente un importo complessivo che – al termine della locazione – non è neppure sufficiente per coprire le spese di ripristino dell’immobile (non parliamo quindi degli interventi di manutenzione più rilevanti o, addirittura, gli interventi di manutenzione straordinaria al tetto, alle parti comuni del fabbricato, etc.).
Oltretutto, in forza del Contratto di Servizi in essere tra i Comuni del L.O.D.E. e Siena Casa, quest’ultima è tenuta addirittura a pagare ai soci un canone di concessione annuale (unica società di gestione a farlo in tutta la Toscana…).

Tutto ciò premesso, condivido totalmente la Tua affermazione secondo cui “Le risorse a disposizione di Siena Casa, società che si occupa della gestione amministrativa degli alloggi destinati ad edilizia residenziale pubblica, non permettono interventi rapidi.”
L’attuale sistema di gestione delle case popolari in Italia, si basa sull’ipotesi – errata – che per finanziare l’offerta di un servizio abitativo pubblico per le fasce di popolazione più fragili siano sufficienti i proventi della gestione del patrimonio a loro affidato, e in particolare quelli derivati dalla riscossione dei canoni.
Ma i dati risultanti da numerosi studi a livello nazionale mostrano che i ricavi da canoni locativi coprono in media solo il 45 per cento dei costi di gestione.
Si tratta quindi un sistema (non solo a livello locale) che va indubbiamente ripensato.
Non condivido però le semplicistiche soluzioni che proponi, in parte anche giuridicamente irrealizzabili.

In primo luogo ti faccio presente che Siena Casa ha sempre intercettato tutti i fondi, regionali o statali (e, da ultimo, i fondi del PNRR), destinandoli, a seconda delle loro finalità, ad interventi di manutenzione o a interventi di nuova costruzione, non tralasciando nulla di quanto possibile e fattibile. Ma non basta.
Parli infine di acquisto di altri immobili da parte del Comune di Siena per incrementare il patrimonio E.R.P. e di recupero ed ammodernamento del patrimonio attuale: lodevoli iniziative che debbono trovare però attuazione pratica e non ridursi a facili spot elettorali.
Leggo nel tuo intervento che la maggior parte degli alloggi popolari sarebbe in condizioni di manutenzione tali da offendere la dignità degli assegnatari, ipotizzando gravi carenze manutentive da parte della società che rappresento.

Scusami, ma non condivido le tue affermazioni, verosimilmente riferite da assegnatari che, nell’arco di anni ed anni di rapporto contrattuale, non hanno eseguito il benchè minimo intervento di manutenzione ordinaria (facente carico all’assegnatario), neppure di semplice rimbiancatura delle pareti o di pulizia e cura degli infissi.
Sappi che da parte della società vi sono continui e tempestivi interventi di manutenzione, anche in casi in cui dovrebbe essere lo stesso assegnatario ad occuparsene a proprie cure e spese…
Ciò premesso, ben venga un totale ripensamento della politica di E.R.P., iniziando a mettere a disposizione di Siena Casa le risorse necessarie per intervenire e per smaltire il carico di alloggi in attesa di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Sarebbe davvero auspicabile leggere nel Tuo programma (e, ovviamente, anche in quello degli altri candidati a sindaco) l’impegno alla formale rinunzia al canone di concessione che Siena Casa versa annualmente in favore del Comune (da reimpiegare quindi nelle manutenzioni); l’impegno a implementare il servizio di assegnazione delle case popolari, evitando la assurda giacenza degli immobili assegnabili; l’impegno a mettere a disposizione di Siena Casa congrui fondi finalizzati agli interventi di manutenzione e di realizzazione di nuovi insediamenti E.R.P.; l’impegno alla creazione di un “front office welfare” per supportare i cittadini; l’impegno ad un rapporto diretto e continuativo con gli assegnatari (specie per quelli più bisognosi e in difficoltà non solo economica) da parte dei Servizi Sociali del Comune, per supportarli nel rapporto contrattuale con Siena Casa (trasmissione annuale delle attestazioni sui redditi, supporto in caso di morosità, etc.) ed evitare quelle situazioni di alienazione che determinano spesso, tra l’altro, condizioni di vita antiigieniche, trascuratezza – per non dire totale abbandono – nella gestione dell’alloggio e nel rispetto del bene pubblico che viene assegnato in uso.

In buona sostanza, la gestione del servizio di edilizia residenziale pubblica non può più essere semplicemente delegata ad una società partecipata (che, come società di capitali, è tenuta ovviamente a far “quadrare” i propri bilanci…), ma deve inserirsi in un sistema di welfare più ampio e partecipato, ove la assegnazione di case popolari ai cittadini meno abbienti costituisca uno dei cardini dell’assistenza sociale e a cui debbono essere dedicate importanti risorse del bilancio comunale (senza “accontentarsi” – e poi lamentarsi – della gestione che Siena Casa effettua sulla base delle modeste risorse a propria disposizione..).
Resto comunque a disposizione per un confronto aperto e proficuo sulla questione e Ti abbraccio cordialmente.
Roberto Martini”.

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