Il fondatore di Siena Jazz commenta le recenti dichiarazioni di Castellani (lista Montomoli) riguardanti Siena Jazz

Franco Caroni, storico fondatore di Siena Jazz ha commentato in una nota diffusa alla stampa quanto dichiarato da Fabio Massimo Castellani della Lista Montomoli, definendo le affermazioni sulle finanze dell’istituzione mosse candidato nella lista di Montomoli prive di fondamento. Castellani aveva così commentato: “Siena Jazz è più conosciuto più per i disastri amministrativi che per i progetti destinati a farlo crescere”.

La risposta di Caroni non si è fatta attendere: “Non so chi suggerisca a Castellani le informazioni per fare certe affermazioni – afferma il direttore artistico di Siena Jazz – distorte e fuori luogo, sicuramente persone prive delle necessarie competenze nel settore e prive di conoscenze delle situazioni finanziarie passate o dimentiche degli accadimenti avvenuti e con venature evidenti di malafede”.

“Prima cosa – prosegue Caroni – Siena Jazz è fortemente conosciuta nel mondo e in Italia soprattutto per la lungimiranza delle sue attività, per l’attualità del suo brand, per la contemporaneità dei suoi rapporti e dei progetti con le istituzioni musicali internazionali più importanti del settore. Dobbiamo essere orgogliosi di Siena Jazz e di come Siena Jazz è riuscita a imporsi come eccellenza dell’alta formazione musicale europea, almeno fino ad un anno fa. Per quanto riguarda poi i problemi di bilancio è bene non dimenticare la tragedia accaduta alla nostra città nel passato e le tante istituzioni che non sono riuscite a sopravvivere a quegli anni”.

“L’analisi dei risultati d’esercizio evidenzia forti perdite nell’anno 2010 e negli anni dal 2012 al 2015, dovute sostanzialmente a tre fattori:

l’improvvisa cessazione dei contributi da parte della Fondazione Monte dei Paschi di Siena (450.000,00 euro), la riduzione dei contributi del Comune di Siena decisa dal Commissario prefettizio (150.000,00 euro) e la perdita della contribuzione annua da parta della Provincia (60.000,00 euro) dovuta alla legge Del Rio di riordino di tali enti”.

“Dal 2016 in poi – continua il fondatore di Siena Jazz – l’attività è in sostanziale equilibrio tranne che per il 2021 a causa dell’improvviso taglio di 100.000,00 euro dei contributi regionali, rispetto all’anno precedente, taglio avvenuto senza alcun preavviso a fine esercizio (dicembre 2021). Siena Jazz ha deciso di reagire alla profonda crisi, non dovuta certamente a spese allegre e immotivate, ma al crollo improvviso delle risorse cittadine, rilanciando le proprie attività con progetti unici nel settore”.

“Nel 2011 le attività dell’associazione si sono incrementate – spiega Caroni – per l’effetto dell’autorizzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con Decreto Ministeriale n.193 del 10 novembre 2011, al rilascio di titoli di Alta Formazione Artistica e Musicale per il conseguimento del Diploma accademico di primo livello in dieci strumenti musicali: Basso elettrico,  Batteria e percussioni Jazz, Canto jazz, Chitarra Jazz, Clarinetto Jazz, Contrabbasso Jazz, Pianoforte jazz, Sassofono jazz, Tromba Jazz, Trombone Jazz”.

“In conseguenza del decreto ministeriale Siena Jazz ha attivato dall’a. a. 2012-2013 i Corsi triennali di Diploma accademico di alta formazione musicale denominati: “Corsi SJU – Siena Jazz University”. Si tratta di corsi aventi valore legale, equiparati alla laurea universitaria di primo livello e quindi giuridicamente spendibili nello stesso modo, riconosciuti in Italia e in tutta l’Unione Europea. Siena Jazz è stata la prima istituzione musicale non statale in Italia ad ottenere questa autorizzazione, alla quale è seguita nel 2018, con D.D. n. 3315 del 13 dicembre 2018, l’autorizzazione ad effettuare anche i corsi biennali di specializzazione, equiparati alle lauree magistrali universitarie, realizzati con un corpo docente di livello internazionale che, partendo dalle competenze già acquisite, ha voluto rappresentare al meglio la prosecuzione dei trienni ordinamentali già attivati”.  

“L’attivazione di tali corsi ha comportato maggiori costi a cui non sono corrisposte, nell’immediato e per alcuni anni, entrate sufficienti al loro riequilibrio. Il proseguimento dell’attività è stato possibile già dalla fase di cessazione dei contributi della Fondazione MPS, solo grazie alla prestazione di garanzie personali da parte dell’allora Presidente Franco Caroni, finalizzate all’ottenimento di fidi bancari per contrastare la carenza di liquidità”.

“Inoltre contemporaneamente l’Associazione Jazzistica Senese ha provveduto a incrementare il patrimonio dell’Associazione tramite la donazione a Siena Jazz del grande fondo di materiale librario e di supporti sonori di sua proprietà. Il fondo fu valutato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali tramite la Discoteca di Stato in 1.081.000,00 euro“.

“L’azione combinata delle due operazioni ha potuto determinare la sopravvivenza di Siena Jazz”.

“In sintesi – conclude Caroni – l’obiettivo a cui l’associazione tendeva dal 1999, anno del Processo di Bologna, cioè l’autorizzazione ministeriale ad attivare corsi di livello universitario anche per le istituzioni non statali, è coinciso con il periodo di maggiore sofferenza finanziaria”.

“La donazione dell’archivio sonoro e bibliotecario da parte dell’Associazione Jazzistica Senese, ha provocato un incremento delle immobilizzazioni che, insieme alle fondamentali garanzie personali del Presidente e la credibilità ottenuta negli anni dai fornitori, ha consentito il proseguimento delle attività di Siena Jazz”.

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