Carne vegetale, l’Italia ci ripensa e fa dietrofront 
(Immagine di archivio)

La Camera dei Deputati approva il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione di carne coltivata: Coldiretti Toscana esulta

La Camera dei Deputati ha ufficialmente approvato il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione di carne coltivata e la limitazioni di alcuni termini per denominare prodotti di carne con i sostituti a base vegetale. A esultare è la Coldiretti Toscana, sostenuta da 100 Comuni e 30 mila cittadini che hanno firmato la petizione.

L’Italia appare ad oggi come il primo Paese ad avere questo divieto, portato avanti da Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana e paladina della dieta mediterranea, afferma soddisfatta: “È un traguardo storico. L’Italia è il primo Paese ad approvare una legge che bandisce dalle tavole i cibi costruiti in laboratorio facendo da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini. Non siamo disposti a staccare la produzione di cibo dalla terra. La legge, voglio ribadirlo, non ferma la ricerca che deve essere libera ed indipendente. Dobbiamo ora portare il voto positivo del nostro Parlamento nel dibattito a livello europeo. Una delle richieste che noi facciamo è quella di equiparare le autorizzazioni, laddove dovessero essere rilasciate, ai prodotti di carattere farmaceutico, e non ai novel food. La differenza è sostanziale. Tutto questo lo facciamo a tutela dei cittadini”.

La Coldiretti Toscana inoltre aggiunge: “La legge è dunque un impegno a difesa della dieta mediterranea ma anche un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare. Peraltro, la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento si è già espressa sulla carne artificiale coltivata nella risoluzione sulle proteine, respingendo a larga maggioranza un emendamento che individuava nelle proteine coltivate in laboratorio una delle possibili soluzioni al problema della dipendenza degli allevamenti europei dagli approvvigionamenti dall’estero“. Altre giustificazioni sono poi la presenza di 53 pericoli potenziali per la salute – riportati all’interno del rapporto della Fao e dell’Oms – e l’incremento della produzione di anidride carbonica che, secondo i dati considerati da Coldiretti, risulterebbe essere da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.

Statistiche contrarie sono invece quelle di Essere Animali, una delle numerose organizzazione che si oppongono a questa decisione da Montecitorio. L’Associazione infatti dichiara: “Studi peer-reviewed, a differenza di quello non ancora soggetto a revisione paritaria che è spesso citato per osteggiare la carne coltivata, dimostrano che la carne a base cellulare potrebbe ridurre, in confronto alla carne bovina convenzionale, le emissioni fino al 92%. Potrebbe inoltre tagliare fino al 94% l’inquinamento atmosferico associato alla produzione di carne e fino al 90% l’utilizzo di terreni“. 

Oltre alla sostenibilità, a favore della carne coltivata c’è la questione relativa alla riduzione dell’allevamento intensivo, la creazione di nuovi posti di lavoro, lo sviluppo di imprese che vogliono dedicarsi a questo settore, nonché la possibilità di ricercatori di continuare il loro lavoro in Italia, evitando così la cosiddetta “fuga di cervelli”.

A questo proposito, Claudio Pomo, responsabile sviluppo di Essere Animali, interviene: “Con questa decisione l’Italia punta esclusivamente a tutelare un settore produttivo, la zootecnia, che contribuisce alla crisi climatica e causa gravi sofferenze negli animali. Non sono solo le organizzazioni come Essere Animali a esprimere sgomento per questa decisione antiscientifica e ideologica, anche voci eminenti come quelle della scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo hanno preso posizione contro il disegno di legge, definendola “una legge-manifesto” inutile e “cara a Coldiretti”, a riprova della palese relazione privilegiata tra la maggioranza di governo e i portatori di interesse nell’industria zootecnica“.

L’Alleanza Italiana per le Proteine completamentari, che riunisce ricercatori e associazioni, continua: “Questa legge dice agli italiani cosa possono o non possono mangiare, soffoca l’innovazione e quasi sicuramente viola il diritto comunitario. È davvero scoraggiante che l’Italia venga esclusa da una nuova industria che crea posti di lavoro e che venga impedito di vendere alimenti più rispettosi del clima – e conclude – Un tempo pioniera per innovazioni che hanno cambiato il mondo, come la radio, i microchip, le batterie, le automobili e la moda, i politici italiani scelgono ora di far tornare indietro l’Italia mentre il resto del mondo va avanti“.

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