L’ex assessore allo Sport critico sulla politica sportiva cittadina e la questione Campo scuola

Dopo mesi di chiusura per via delle ristrutturazioni, nel mese di luglio il campo scuola “Renzo Corsi”, unica struttura comunale a Siena per l’atletica leggera, ha riaperto i battenti. L’utilizzo e l’indirizzo che si vuole dare alla struttura è – dopo la riapertura – oggetto di discussione e polemiche: più in generale, l’indirizzo che si vuole dare alla politica sportiva senese ha generato diversi dibattiti, portando ad uno scontro frontale tra passato e presente, tra vecchia e nuova amministrazione.

In merito a ciò, si è espresso Paolo Benini, ex assessore allo Sport e all’Istruzione del Comune di Siena, soffermandosi – prima di tutto – sul suo lascito alla nuova amministrazione ma anche sulla sua visione di sport e politica:  

“Di amministratori ce ne sono due tipi: quelli che si preoccupano solo di farsi vedere e quelli che hanno una visione o un progetto e cercano di realizzarlo come ho fatto io. Avevo sport e edilizia sportiva, credo di essermi speso – durante l’esercizio della mia carica amministrativa – in ambedue: ho sempre pensato che lo sport – data la città e la qualità del territorio, non essendo particolarmente industrializzato – potesse essere un capitolo da sviluppare. La questione è che, però, per sviluppare bisogna costruire e organizzare eventi; durante la mia esperienza ho cercato di muovermi in questo senso, organizzando la fitweek, che ho lasciato in eredità alla nuova amministrazione, diverse gare di nuoto ma anche di pattinaggio, per citarne solo alcune. Naturalmente per muoversi in questo senso bisogna dotarsi di impianti. Siena, ad esempio, ha avuto una grande tradizione atletica, all’Artemio Franchi – prima che fosse sacrificata per fare spazio al calcio – c’era una pista atletica perfettamente funzionante”.

Entrando nel merito della questione principale, ossia il campo scuola, Benini si è espresso così:

“Il famoso campo scuola aveva quattro operai dedicati per la guardia e la manutenzione, e produceva 30mila euro lordi, cioè una somma irrisoria rispetto alle spese che c’erano da sostenere. Nei fatti quello era un impianto abbandonato su cui si è esercitata una proprietà morale: in questa città quest’ultima è spesso in uso, per cui edifici della collettività, costruiti e mantenuti con i soldi dei cittadini e del comune, divengono quasi una proprietà privata di chi utilizza quello stesso impianto” – ha spiegato.

“Il campo scuola bisognava rimetterlo in sesto: si trova in un edificio storico, come soli pochi decine in Italia e come tale abbiamo deciso di riqualificarlo. Con l’amministrazione De Mossi riusciamo a trovare dei fondi da destinare, e l’obiettivo è stato di dare al campo scuola una vita sociale: un punto di ritrovo e di aggregazione per i senesi, ma anche un fondamentale luogo di sport per gli atleti. Ma non basta: lo sport è strumento per le politiche giovanili, per i meeting regionali, nonché fonte di turismo sportivo. Nella mia idea, ad esempio, organizzare delle gare significa favorire la socialità, l’incontro tra famiglie, ma anche e soprattutto generare un indotto per il territorio”.

Benini ha poi spiegato nel dettaglio la questione ritardi, che ha generato tante polemiche, e la sua idea di politica sportiva:

“Non si è apprezzata l’opera ma ciò che non funzionava: c’è stato un ritardo di un po’ di mesi, ma ho seguito pedissequamente i lavori e il campo scuola è stato portato a termine. Nel lungo periodo avevo previsto non solo il campo scuola, ma anche altri impianti che dessero un disegno complessivo della riqualificazione dello sport. Ritengo che il Comune debba avere la possibilità di rimettere in rete gli impianti di cui dispone: con la nuova amministrazione questo non sta avvenendo”.

Infine, l’ex assessore allo sport ha voluto chiarire la sua opinione circa i primi mesi della nuova amministrazione guidata da Nicoletta Fabio:

“Nonostante non abbia le loro stesse idee, non posso che essere d’accordo con le critiche mosse da Giulia Mazzarelli, capogruppo del Pd: questa amministrazione è tutta forma senza sostanza. I progetti sviluppati sono nostri, la sostanza ce l’abbiamo messa noi. Si brancola nel buio: pur non essendo un elettore di sinistra, poiché sono culturalmente di destra, devo ammettere che non sto apprezzando il lavoro dell’amministrazione”.

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