L’annuncio a sorpresa, fatto dalla Regione con le parole di Stefania Saccardi, del trasferimento da Siena a Firenze del BuyFood ha lasciato a dir poco l’amaro in bocca. In primis perchè nessuno, Comune, Provincia associazioni di categoria, è stato informato di questa decisione.

Quando l’assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi ha annunciato, attraverso i suoi canali social e a seguire attraverso alcune testate fiorentine, che l’edizione 2022 si sarebbe svolta a Firenze e non più a Siena, tutti sono rimasti di stucco.

Nessuno, infatti, sarebbe stato informato della decisione comunicata semplicemente dall’assessore senza nessun avvertimento. Ne’ Comune, Camera di CommercioAssociazioni di categoriaProvincia, nè tanto meno enti coinvolti da anni nell’organizzazione come Qualivita, sapevano della decisione presa dalla Regione.

“Una decisione che lede la dignità di un’intera città; sono amareggiato anche per i modi con cui si prendono certe decisioni”, confessa il direttore della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati.

“Si calpesta l’impegno, messo in tutti questi anni da imprese e dal territorio tutto, punto di riferimento tra l’altro dell’eccellenza dell’agroalimentare. Siena è la nona provincia in Italia e la prima in Toscana per prodotti Dop Igp, la quarta per le eccellenze vitivinicole. E’ a Siena la sede della Città dell’Olio e del Vino, abbiamo enti come Qualivita e il Santa Chiara Lab che lavorano da anni costantemente per mettere al centro e valorizzare la qualità del cibo made in Italy e made in Tuscany“.

Al centro della decisione, almeno stando a quanto affermato dalla stessa Saccardi, ci sarebbe difficoltà logistiche, già evidenziate in passato dalla Camera di Commercio di Firenze, dalla Fondazione Sistema Toscana e da PromoFirenze.

“Motivi tecnici e organizzativi? Non ci prendiamo in giro, non è certo un problema logistico o organizzativo. In occasione del BuyFood non arriva un milione di persone. I buyers sono selezionati, gli incontri stessi sono già selezionati a monte e, sinceramente, l’organizzazione che avevamo messo a punto ha sempre funzionato benissimo. Il Comune, e di questo bisogna assolutamente dargli atto, ha messo a disposizione la miglior location al mondo come il Santa Maria della Scala dove l’agroalimentare incontrava un patrimonio artistico inestimabile e unico al mondo. Non ci sono scuse. Questa è solo una decisione politica.”

Oggi la Saccardi sembra aver lanciato l’idea di un’edizione itinerante.

“Questa è solo una idea last minute, una giustificazione qualunque. Si parla tanto di territorio e di valorizzazione del territorio e poi invece quello che si sta verificando è solo una visione centrica di su Firenze. Allora propongo alla Saccardi di spostare BUYWINE del 2023 a Siena e che tutte le manifestazioni a cui dà un contributo la Regione siano itineranti. Come non è possibile spostare la mostra del marmo di Carrara, non è possibile spostare il BUYFOOD da Siena perché si perde la vocazione specifica del territorio e si penalizza la sua reputazine”.

Chiederete spiegazioni all’assessore? Come si muoverà Siena?

“Mi aspetto che la Camera di Commercio, il Comune, la Provincia si facciano sentire in Regione. Giustamente sono state presentate anche delle interrogazioni da parte del PD di Sienala politica tutta è intervenuta per denunciare quanto sta accadendo. Non è una questione di destra o sinistra, così si offende un’intera città e si offendono le imprese di tutta la provincia di Siena. Anche i parlamentari in questo territorio come Enrico Letta e Susanna Cenni hanno sempre parlato di Siena come capitale dell’agroalimentare.

Lo dico da privato cittadino e non come direttore della Fondazione Qualivita, non si umiliano così i territori”.

Irene Chiti
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