“Mi chiedono se sono vaccinato, perché non chiedono a Lgbt se è sieropositivo”

“Terzo giornalista che chiama per sapere se sono vaccinato. Finora sono stato gentile, al prossimo parte il vaffan…e la cancellazione dalla lista dei contatti. Perchè questi eroi la prossima volta che intervistano un Lgbt non gli chiedono se è sieropositivo e se fa profilassi?“. E’ stato il tweet della discordia firmato da Claudio Borghi, deputato della Lega e senese d’adozione, candidato alla Camera dei Deputati nel collegio Toscana XII nel marzo 2018 contro Padoan e poi “recuperato” in Parlamento nel listino del Carroccio.

A innescare la polemica non è il ‘vaffa’ che l’esponente del Carroccio riserva ai cronisti, quanto il parallelo fra infezione da Hiv e Lgbt che propone alla fine del commento, provocando un corto circuito fra vaccino, green pass e, appunto, disegno di legge Zan. Manca solo la riforma penale per completare il ventaglio dei temi su cui la maggioranza cerca faticosamente la quadra in queste ore.

Poco dopo, l’esponente della Lega ha pubblicato un altro post: “Per gli analfabeti funzionali, si specifica che quanto scritto sopra significa considerare stupida e spregevole sia la domanda sulla profilassi che quella sulla vaccinazione. Perché quella che giustamente sarebbe considerata domanda cretina in un caso è approvata nell’altro?”.

La bufera era però già partita, con le forze politiche pronte a chiedere le dimissioni del deputato.

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