Le parole di Flc Cgil Università di Siena a seguito delle scritte omofobe e di stampo fascista apparse questa mattina nell’ufficio di una dipendente dell’Ateneo

A seguito della scoperta di scritte a stampo fascista e omofobe apparse questa mattina nell’ufficio di una dipendente dell’Ateneo senese, anche da parte di Flc Cgil Università di Siena arriva la condanna degli atti vandalici e intimidatori. Le parole del sindacato:

“L’avversario è un nemico. Con l’avversario non si parla, perché è un nemico. Se l’avversario vince gli si dà una lezione, perché è così che si fa, almeno impara. E se poi l’avversario è una donna, allora la lezione deve essere doppia: come si permette di parlare questa, cosa pensa di fare? Studiare e argomentare? E’ bene che taccia, e se non lo fa, se per giunta raccoglie anche un largo consenso, allora deve avere una lezione esemplare, che la metta a tacere una volta per tutte”.

“Nel cuore della nostra città, nel cuore della nostra università, dopo l’esito di una consultazione elettorale che ha rinnovato e accresciuto la stima verso la FLC CGIL all’interno della RSU, ci siamo ritrovate e ritrovati dentro uno scenario di incredibile violenza intimidatoria, fascita, sessista, inimmaginabile solo pochi anni fa. E’ un attacco alla libera espressione democratica delle lavoratrici e dei lavoratori; è un insulto alla FLC CGIL e all’impegno di chi la ha rappresentata nella RSU; è soprattutto un atto di inaudita violenza verso una compagna impegnata in prima persona nel sindacato”.

“La reazione dell’istituzione universitaria c’è stata, ed è stata netta e forte: siamo certi che sarà altrettanto forte quella di tutta la comunità accademica, che sta già manifestato numerosa il proprio sostegno e lo sdegno verso comportamenti indegni, che spregiano il civile confronto. L’Università è la sede del confronto dialettico, il luogo dove si misurano in modo democratico le idee, dove si coltiva lo studio e si allena il senso critico – conclude -. L’Università è democratica e antifascista, non accettiamo minacce né intimidazioni: fuori i fascisti dall’Università”.

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