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Vicenda del luglio 2020: attacco sulle frequenze di radio 24. La querela di Comune e Consorzio

La vicenda è del luglio 2020. Un folle attacco al Palio di Siena firmato da “Animalisti italiani”, durante la puntata della trasmissione “La Zanzara” su radio24. Mentre i conduttori Davide Parenzo e Giuseppe Cruciani, proprio nel giorno in cui si sarebbe dovuto celebrare il Palio del 2 luglio, hanno tessuto le lodi di Siena, delle Contrade e della festa (“E’ un giorno triste, oggi ci doveva essere il Palio di Siena”), il rappresentante degli animalisti ha usato parole pensatissime, rintuzzato tuttavia con ottime argomentazioni dagli stessi conduttori, che hanno chiuso con “Viva il Palio, abbasso gli animalisti”.

Dopo una lunga e approfondita riflessione, durata oltre 9 mesi, il Comune di Siena e il Consorzio per la tutela del Palio hanno deciso di querelare Walter Caporale, presidente di Animalisti italiani, per le dichiarazioni fatte sulle frequenze di Radio 24: oltre a esultare per l’annullamento delle due Carriere, attaccò la Festa con parole e paragoni talmente duri da provocare la reazione indignata dei conduttori Cruciani e Parenzo. Per questo, alla fine, è arrivata la querela.

Gli stessi Animalisti italiani, appresa la notizia, hanno scritto sul proprio sito che il presidente ” non voleva offendere nessuno” e “voleva soltanto portare avanti la battaglia in difesa dei diritti degli animali. Sono stati usati paragoni forti per creare un’iperbole, un riferimento metaforico volutamente alterato sul piano contenutistico per eccesso, non per colpire i senesi o il Comune di Siena, ma per sostenere in generale che un animale, in qualsiasi contesto al di fuori del proprio habitat, se non lasciato in libertà è soggetto, inevitabilmente, a sfruttamento umano”.

“Per noi è motivo di orgoglio – ha invece aggiunto lo stesso Caporale – essere denunciati da chi non si sente responsabile della morte di decine di cavalli per una obsoleta e anacronistica tradizione che deve essere superata. Siamo nel Terzo Millennio: le tradizioni devono adeguarsi ai cambiamenti della società. Abbiamo cancellato tradizioni ben più radicate del Palio di Siena, come la schiavitù, la tortura e la pena di morte. Dove ci sono sofferenza, dolore e morte di esseri viventi non c’è tradizione che tenga. Siena è una città meravigliosa che non ha bisogno del sangue di cavalli morti per essere apprezzata ed amata. A testa alta contro chi vuole preservare ciò che appartiene al passato”.

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