Modifiche statutarie all’Asp, Cgil e Aret Asp non ci stanno: “Molte perplessità”. Interviene anche il presidente della commissione sanità e politiche sociali del Consiglio regionale della Toscana Stefano Scaramelli

A seguito delle modifiche allo statuto dell’Asp Città di Siena approvate nei giorni scorsi in consiglio comunale, sono state molte e diversificate le reazioni, specialmente nel campo sindacale e associazionistico. Sono stati specialmente la Cgil di Siena e l’Associazione regionale delle ASP ad esporre numerosi dubbi sul tema.

“I cambiamenti si concentrano esclusivamente nel rideterminare la figura del Direttore attraverso la modalità di nomina, a chi risponde direttamente e alle sue responsabilità – dichiara in una nota la Cgil di Siena, in rappresentanza anche delle altre sigle sindacali – Sappiamo bene che queste sono scelte di cui la politica può disporre, ma vogliamo sottolineare l’anomalia dei contenuti, dato che si specificano competenze e caratteristiche del futuro Direttore introducendo possibili esclusioni.

Pensare che il metodo del ‘ricambio’ con una probabile soluzione esterna possa essere la soluzione più vantaggiosa forse non tiene conto del fatto che l’Ente ha già due Dirigenti (e relativa spesa) in ruolo a tempo indeterminato (uno con attuale incarico di Direttore) e che negli anni si è già provveduto ad esternalizzare parte dei servizi. Se si dovesse procedere attraverso una scelta esterna all’Asp, ci domandiamo su chi graverebbero i costi aggiuntivi e quali altre conseguenze sui servizi a gestione diretta potrebbe produrre tale aumento.

Siamo più che certi che tutto ciò penalizzerà i dipendenti senza tener minimamente conto dei risultati ottenuti e degli obbiettivi raggiunti, lavoratori che proprio in questi giorni dovevano confrontarsi con l’Asp attraverso la RSU e le organizzazioni sindacali per la definizione del contratto economico 2020, già in ritardo a causa della pandemia del Coronavirus. Questa fase di incertezza e di stallo sta di fatto aumentando la loro preoccupazione, già gravati da tempo dal dover garantire l’efficienza dei vari servizi spesso facendo fronte a nuove difficoltà di varia natura, ma pur sempre disponibili ad assicurare agli utenti un ottimo livello di soddisfazione, in particolare nel corso di una situazione così preoccupante come è stata, ed è tuttora, quella dell’emergenza socio-sanitaria.

Altrettanta fibrillazione registriamo nell’utenza, che ha sicuramente bisogno di maggiore chiarezza in merito alla separatezza dei ruoli tra la politica che indirizza e controlla e la gestione di un’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona.

Se queste modifiche dovessero produrre aumenti al costo dei servizi e penalizzazioni per i lavoratori, per noi sarebbe una cosa inaccettabile che denunceremo con forza”.

Si è espressa in merito anche l’Aret Asp (Associazione regionale delle ASP –Aziende Pubbliche dei Servizi alla Persona):

“Abbiamo appreso dalla stampa che da pochi giorni Il Consiglio Comunale di Siena ha cambiato direttamente lo Statuto dell’ASP Città di Siena. Come Aret-Asp vorremmo esprimere alcune perplessità in merito. Ci sembra che la decisione assunta dall’Amministrazione Comunale, senza una proposta in merito del Consiglio dell’Amministrazione dell’Asp, sia in contraddizione con le normative regionali in merito.

La legge regionale 43/2004 è chiara: la proposta di modifica statutaria deve essere promossa dal CdA dell’Asp e successivamente approvata dal comune (art. 19, comma 5, lettera h). Invece in questo caso il consiglio comunale ha agito senza la proposta del CdA, un CdA che tra l’altro vede dimissionari la presidente e due consiglieri, quindi di fatto impossibilitato a deliberare considerato che è composto da cinque membri.

Quindi, sulla possibilità di cambiare lo Statuto riteniamo sia corretto che i mutamenti siano prima decisi dagli organi delle ASP e solo dopo approvate dal Comune.

L’ASP, secondo noi, non è un Ente strumentale del Comune né una partecipata, ma è un soggetto con propria personalità giuridica e totale autonomia, sulla quale il Comune ha solo il compito di VIGILARE e di controllare il corretto andamento della gestione.

Anche nel merito delle modifiche esprimiamo le nostre riserve, perché viene messo in discussione un principio basilare di separazione fra il potere gestionale e quello politico, avendo agganciato la decadenza del direttore con quello del presidente, mentre la Legge Regionale lo lega all’intero CdA. Questo è un elemento importante per potere garantire un principio già previsto dagli anni Novanta nella Pubblica Amministrazione, cioè il principio inviolabile della indipendenza dalla gestione tecnica rispetto alla politica. 

Senza volere entrare nel merito delle polemiche che si sono registrate in merito a questa modifica vogliamo contestare però il principio che un Comune possa mettere in discussione l’autonomia delle ASP, perché proprio l’autonomia è stata il cardine della riforma della trasformazione delle IPAB in ASP, che sono viste dalle normative come Aziende autonome con propria capacità organizzativa e gestionale, che puntano anche all’autonomia giuridica, finanziaria e contabile.

Chiediamo quindi una verifica delle modalità e delle modifiche apportate allo Statuto ed una discussione in merito, nella quale anche Noi, come associazione delle ASP, abbiamo un nostro punto di vista, che riteniamo sia opportuno considerare per non permettere una messa in discussione a livello regionale della riforma approvata nel 2004 e alla Regione Toscana di verificare la legittimità e la correttezza dell’operato ed eventualmente di intervenire nell’ambito delle proprie competenze in materia.

Reazione forte anche da parte di Stefano Scaramelli (ItaliaViva) presidente della commissione sanità e politiche sociali del Consiglio regionale della Toscana:

La politica stia fuori dall’erogazione dei servizi. Abbia compiti di indirizzo e controllo ma sulla gestione deve emergere la meritocrazia. Asp ha dimostrato si essere un valore aggiunto per la città di Siena e anche un modello di riferimento per la Toscana. Merito – sottolinea Scaramelli – delle lavoratrici e dei lavoratori che negli anni hanno reso grande questa realtà. Merito loro prima che della politica.

La mission deve essere erogare un servizio sociale, non gestire potere. La Regione Toscana ha funzioni di controllo in materia, se non verranno rispettate le leggi regionali nulla toglie che si possa procedere con il commissariamento. L’indagine conoscitiva che sto portando avanti in Commissione Sanità sulle Rsa sta mettendo in evidenza quanto le gestioni dirette dei Comuni e talvolta le loro ingerenze abbiano prodotto inefficienze. Mentre la gestione delle Asp e degli enti del Terzo Settore ha mostrato capacità e professionalità anche nella difficile emergenza da Coronavirus”. 

Intanto, questa mattina sono stati resi noti i nuovi nomi che vanno a comporre il cda dell’Asp. Si attendono conferme per quanto riguarda il presidente, ma alcune indiscrezioni parlano di Mario Valgimigli.

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