A testimoniarlo è la mostra fotografica “Maestri d’Arte e Mestiere”, realizzata da Enrico Coviello e allestita da alcuni giorni a Palazzo dei Priori, in Colle Alta

L’artigianato, quello fatto di maestri d’arte che hanno raggiunto altissimi livelli di precisione dopo un lungo percorso di apprendimento, è ancora ben radicato nel tessuto economico e sociale di Colle di Val d’Elsa. A testimoniarlo è la mostra fotografica “Maestri d’Arte e Mestiere”, realizzata da Enrico Coviello e allestita da alcuni giorni a Palazzo dei Priori, in Colle Alta. In occasione delle celebrazioni della festa del santo patrono, in questi giorni la mostra sarà allestita presso il Centro Commerciale naturale di Gracciano, per tornare poi a Palazzo dei Priori fino al 15 luglio. Enrico Coviello, il giovane artista che ha realizzato la sua prima personale sul tema dell’artigianato, è nato e cresciuto a Colle e durante il secondo lockdown è andato a scovare gli artigiani di Colle, alcuni dei quali nascosti e meno noti.

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L’arte della fotografia immortala l’artigianato

Quello di Coviello è un vero e proprio reportage sull’artigianato di Colle. L’idea di base di questo progetto era proprio quello di raccontare gli antichi mestieri che sono ancora vivi nel centro valdelsano. “Il mio viaggio” racconta Coviello “è iniziato nel laboratorio di una liutaia, di cui ad essere sincero non conoscevo l’esistenza. Un giorno sono entrato nel suo studio e sono rimasto meravigliato di tutti i dettagli e i lavori realizzati. Da qui ho avuto lo stimolo per immortalare gli artigiani nel momento del loro lavoro, quando danno vita alle loro opere”.

Approfittando del periodo di restrizioni, in cui non era possibile uscire fuori dal proprio comune a causa del Covid, Coviello ha iniziato a cercare gli artigiani di Colle. “Ho iniziato in una delle vie centrali di Colle, ovvero in Via Garibaldi, conosciuta come ‘L’Aringo’, dove hanno il loro negozio un calzolaio e una tessitrice di arazzi. Ho iniziato da loro due e ho chiesto alla Pro Loco la possibilità di fare una mostra fotografica, perché volevo dare un senso a queste immagini, farle conoscere ai colligiani. C’è voluto un po’ di tempo ma sono riuscito a trovare quindici artigiani a Colle. Mi sono dovuto fermare: di artigiani qui ce ne sarebbero almeno il doppio, ma non avrei avuto modo di dare spazio a tutti”.

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Le mani protagoniste degli scatti

Le mani sono protagoniste delle foto scattate da Coviello. Con esse, infatti, l’artigiano realizza le sue opere, dà forma alle sue idee creando degli oggetti unici. Ogni scatto è frutto di un incontro avvenuto tra il fotografo e l’artigiano, durante il quale si è creato un legame sincero, in cui sono emersi sentimenti, sensazioni, ricordi e aspirazioni. “E’ stato bello conoscere queste persone” racconta il fotografo “si è creata una certa empatia. Sono entrato nel loro negozio in punta di piedi e mi hanno aperto il loro mondo. Ho voluto raccontare per immagini questi incontri. Per me è stata una vera scoperta: ho trovato a Colle artigiani bravissimi, che creano con le loro opere con grande passione e maestria. Mi sono fermato a quindici, ma ce ne sarebbero molti altri. Purtroppo non c’è abbastanza visibilità per il loro lavoro, sono un po’ nascosti”.

Artigiani nascosti per le vie di Colle

Alcuni degli artigiani immortalati nel loro lavoro da Enrico Coviello, infatti, non hanno un negozio fisico o un punto vendita visibile. Molti lavorano nei loro laboratori, in base a commissioni esterne e i colligiani spesso non sono a conoscenza del loro lavoro. Coloro che oggi sono maestri d’arte e mestiere sono stati a loro volta apprendisti. “Durante questi incontri” racconta Coviello “ho percepito il loro talento e l’insegnamento che hanno ricevuto in passato da altri maestri. Ognuno ha avuto la sua storia personale, il suo metodo per imparare il lavoro. Alcuni di loro mi raccontavano proprio un’altra epoca”.

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“Per ogni artigiano, volendo fare una storia fotografica, verrebbe fuori una mostra personale. Alla fine, però, per realizzare la mia mostra ho dovuto selezionare per ogni artigiano solo tre scatti, per motivi di spazio. Le foto sono incentrate sulle mani perché sono lo strumento di lavoro indispensabile per l’artigiano, che non crea prodotti in serie, ma oggetti unici ed è in grado di riparare ciò che si rompe. Anche per le riparazioni serve una manualità che si acquisisce solo con l’esperienza”.

L’artigianato colligiano non si è fermato durante il Covid

Enrico Coviello ha scattato le sue foto durante il secondo lockdown, da dicembre a marzo. Un periodo di restrizioni, in cui buona parte dei settori economici hanno subito una battuta d’arresto. Gli artigiani protagonisti delle sue foto, tuttavia, erano a lavoro, creavano per rispettare le commissioni che avevano ricevuto, sfidando in qualche modo la crisi economica legata alla pandemia. “Ho avuto l’impressione” racconta Coviello “che gli artigiani siano riusciti ad adattarsi anche a questo difficile periodo. Ho ricevuto una grande lezione da loro: non ho mai sentito nessuno lamentarsi, nonostante il calo del lavoro. Alcuni degli artigiani che ho incontrato sono molto giovani e loro, con la tecnologia e i social network e con il loro talento sono riusciti a essere sempre attivi. Mi hanno insegnato che la persona può adattarsi anche ai momenti più critici”.

Riscoprire gli artigiani di Colle

“Con la mia mostra ho voluto parlare della cultura dell’artigiano” aggiunge Coviello “mostrando come l’artigianato a Colle sia ancora ben presente e di prima qualità. Gli artigiani colligiani sono orgogliosi del loro lavoro, molti lavorano nei modi più tradizionali e altri hanno modernizzato i loro mestieri per adattarli ai modi contemporanei. Nella realizzazione di questo progetto mi sono imbattuto in un mondo per me quasi magico, a tratti purtroppo dimenticato o non conosciuto da tutti. Mestieri e tradizioni che fanno parte della storia di Colle, con professionisti di vario genere, dal sarto ai vetrai, dagli orafi all’orologiaio, dal calzolaio al fabbro, fino al maestro pasticcere. Questa mostra vuole essere un viaggio per immagini, per riscoprire i mestieri della tradizione colligiana, dove le mani e il saper fare diventano i veri protagonisti nella creazione di oggetti unici”.

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