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Il consigliere regionale si è espresso in merito al boom del turismo amiatino e alle dimissioni del consigliere Zoppi di Abbadia

I numeri da record registrati nel fine settimana del 28 e 29 gennaio, insieme all’ancora molto abbondante quantità di neve sulle piste, fanno presagire un febbraio in cui l’Amiata sarà meta gettonata dei cittadini delle province di Siena e Grosseto. Ne abbiamo parlato con Stefano Scaramelli, vicepresidente del consiglio regionale toscano, che ha recentemente presentato in aula un’interrogazione proprio circa le criticità determinate dal grande afflusso turistico sulla vetta amiatina.

Gli ultimi due fine settimana hanno fatto registrare il tutto esaurito sulle piste sciistiche amiatine. L’afflusso turistico è stato notevole, ma ha fatto emergere delle criticità.

“L’afflusso turistico in vetta all’Amiata è un dato positivo; solo nel fine settimana sono arrivate oltre 20 mila persone: il turismo è lavoro, è economia, e il rapporto fra uomo e montagna è straordinario e va valorizzato. Tutte le istituzioni devono lavorare per valorizzare questo rapporto, le criticità emergono quando l’afflusso turistico non viene regolamentato”.

Da quanto tempo questo tipo di criticità persiste sull’Amiata?

Le criticità si presentano quando, soprattutto durante i fine settimana, non viene gestito e coordinato l’afflusso delle persone. Credo che sia positivo, per esempio, quanto fatto anche su mia sollecitazione in merito alla possibilità di predisporre una viabilità organizzata mediante l’ausilio del volontariato, delle forze dell’ordine e dei corpi di Polizia provinciale e municipale. I comuni devono collaborare e rendere gli stessi operatori protagonisti delle scelte. Allo stesso tempo, gli impianti di risalita devono essere aperti, sempre, costantemente tutti i giorni, fin dalle località di accesso più basse, cioè le Macinaie e il Cantore, in modo da facilitare l’accesso alla vetta anche non arrivando in cima alla montagna con l’auto”.

É previsto che la neve rimanga ancora molto in vetta, come si può sfruttare in modo efficace questa occasione per il turismo amiatino?

“Per far si che la neve rimanga a lungo serve garantire sempre un innevamento artificiale, cosa che stiamo facendo anche in queste ore e in questi giorni (lo stesso non avveniva in passato), anche sopra il manto di neve naturale. Questo consente alla neve di consolidarsi e di rimanere fino magari al mese di marzo. Quindi, serve programmare, da qui ai prossimi quaranta giorni, un’attività che possa consentire a tutto il mondo del turismo di trarre un vantaggio di natura economica dal grande afflusso di visitatori”.

Nei giorni scorsi il consigliere Zoppi di Abbadia con delega alla Montagna si è dimesso ed ha appresso appoggio alla sua iniziativa di interrogazione parlamentare, che tipo di messaggio si vuol mandare?

“Il segnale che ha dato il consigliere Zoppi è un segnale forte; lui (che vive la montagna, ci lavora ed ha una relazione forte anche con gli altri operatori) aveva una delega e alla Montagna, e le sue dimissioni sono un richiamo cui le istituzioni non possono non tener conto. Al pari passo della mia interrogazione che, come si è visto in aula in consiglio regionale, ha messo in evidenza elementi di criticità ma anche proposte; le nostre azioni sono finalizzate a trovare soluzioni che possano migliorare e arricchire la proposta turistica dell’Amiata”.

Quindi, nel concreto, quali sono le possibili soluzioni da mettere in piedi di fronte il massiccio afflusso turistico in vetta?

Bisogna organizzare i bus navetta e far sì che il costo non gravi solo sugli operatori, deve essere il pubblico a finanziarli. Devono essere predisposti dei sensi unici, organizzati anche lungo le arterie delle vie che salgono sia dal versante senese che da quello grossetano, provvedimenti in parte già adottati. Ma soprattutto, bisogna fare in modo che gli impianti siano aperti tutti i giorni della settimana, in modo da decongestionare anche l’afflusso nel fine settimana. Questo è un atto dovuto da parte dei gestori, in funzione anche dei contributi che loro ottengono dalla regione Toscana rispetto al mantenimento in vita di questi impianti, che sono si privati ma frutto di concessioni del sistema pubblico, perché è diritto di ogni cittadino poter accedere alla vetta, agli impianti, alla bellezza della montagna e fruire di un servizio del quale il pubblico deve farsi garante.”

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

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