A bar owner shows a valid Green Pass on the VerifyC19 mobile phone application in central Rome on August 6, 2021, as Italy made the Green Pass, which is an extension of the EU's digital Covid certificate, required from today to enter cinemas, museums and indoor sports venues, or eat indoors at restaurants. (Photo by Andreas SOLARO / AFP) (Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

La storia di Romina insegnante di russo presso l’associazione La Casa della Pace di Siena, la sua vita sociale viene travolta a causa di un errore burocratico


Romina Kenzhegulova insegna da alcuni anni lingua russa presso l’associazione La Casa della Pace di Siena APS, ma non può più farlo. Non può frequentare l’Università per Stranieri di Siena, non può prendere un caffè al bar, non può fare volontariato, non può uscire a cena con gli amici, né lavorare, né divertirsi. Ha fatto a marzo 2021 un ciclo vaccinale completo col vaccino russo Sputnik V, nel suo paese di origine, che, per una questione di brevetti, non è stato riconosciuto in Italia, per cui ha dovuto ripetere un ciclo completo di vaccinazioni alle Scotte, con vaccino Moderna. Ma neanche questo è bastato. Per un errore, forse di trascrizione, risulta ancora non vaccinata. Il racconto della ragazza.


“Per quanto sia in regola dal punto di vista sanitario, non lo è dal punto di vista amministrativo. E non c’è modo di risolvere la questione. Neanche una denuncia ai carabinieri ha smosso più di tanto le acque. Possiamo capire che tra milioni di vaccini possa esserci un errore, ma che non ci sia neanche un ufficio deputato a correggere gli errori, non lo capiamo. Per le Scotte è tutto a posto: ultra vaccinata ; Per il Ministero della Salute : è in elaborazione (che vuol dire tutto e niente). Nel mezzo una persona disperata, che non sa più dove sbattere la testa.

Trascriviamo le parole della email che Romina ci ha inviato :

“Sono Romina. Ad aprile 2021 sono rientrata nel mio paese, da Siena, e ho ricevuto la prima dose del vaccino russo “Sputnik V”, dopo tre settimane ho ricevuto la seconda dose. A maggio 2021 sono ritornata in Italia, ed a partire da agosto ho iniziato ad avere problemi, perché lo Sputnik non è mai stato riconosciuto in Europa. Ho cominciato ad informarmi su come potessi ottenere la certificazione verde, chiamando l’ASL e il Ministero della salute, ma mi è stato detto che purtroppo l’unica soluzione era aspettare 6 mesi per poi rivaccinarmi con il vaccino che è stato approvato dall’Ema.

Il 24 novembre 2021, presso l’ospedale Santa Maria alle Scotte, ho ricevuto la mia prima dose del vaccino Moderna, ho anche comunicato al medico che già ho due dosi dello Sputnik e mi è stato detto che devo comunque fare il ciclo vaccinale completo. Dopo 15 giorni, com’è scritto sul sito del Ministero della Salute, avrei dovuto ottenere il mio primo Green Pass, purtroppo non mi è mai arrivato. Il 22 dicembre 2021, sempre presso l’ospedale Santa Maria alle Scotte, ho ricevuto la mia seconda dose del vaccino Moderna. Il fatto che il primo Green Pass non arrivasse già mi faceva un po’ preoccupare, perciò sono andata in segreteria per informarmi, dove la signora mi ha spiegato che non si occupano di queste cose, ma comunque di stare calma, che sarebbe arrivato a breve.

Così sono passati i giorni, ma il Green Pass non risultava, ed io ho sempre continuato a chiamare il numero verde 1500, attenendo circa 20-30 minuti in linea per parlare con un operatore, che era sempre troppo occupato. Mi è sempre stata detta la stessa cosa, che facevano la segnalazione e che avevano problemi tecnici. La situazione epidemiologica è peggiorata di giorno in giorno, il governo era costretto a mettere più restrizioni per la gente non vaccinata, anzi, non si parla più del vaccino, ma del Green Pass, che per qualche motivo amministrativo non me lo rilasciano. Sono completamente disperata, sono dovuta andare a fare la denuncia all’ Arma dei Carabinieri, ma purtroppo ancora non è cambiato niente. E’ ormai  il secondo mese che cerco di sopravvivere senza la certificazione verde, rinunciando completamente alla mia vita sociale, dicendo sempre di no ai miei amici quando mi invitano a cena o anche a fare una semplice serata in centro. Ma figuriamoci, non posso neanche prendere un caffè al bancone del bar.

Sono anche una volontaria dell’Associazione Casa della Pace Asp di Siena e mi piacerebbe continuare a darmi da fare, perché mi piace, e vedere persone, e fare una vita normale: voglio studiare, lavorare, vedere persone: sono un essere umano e vorrei solo riavere la mia vita. Ho fatto tutto quello che dovevo fare. Paghi chi ha sbagliato: non io! Un errore, forse di trascrizione, ha sequestrato la mia vita. Aiutatemi ad uscirne!”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui