“Mi ha fatto piacere l’elogio del presidente Giani perché non se ne parla, è una terapia che non conosce quasi nessuno”, ha detto a Gazzetta di Siena il professore dell’istituto

È notizia di qualche giorno fa l’attivazione del Corso di formazione Socio-Sanitario l’utilizzo della Doll Therapy – ovvero terapia della bambola – all’Istituto Caselli di Siena: una novità assoluta per le scuole di quel settore, se si considera che si tratta di una prima a livello nazionale. Il progetto, voluto dal professor Giacomo Vigni, è stato portato avanti in collaborazione con l’associazione “A Piccoli Passi” che, come scritto nei propri canali web, ha l’obiettivo di “informare ed aiutare con progetti mirati legati all’Alzheimer”.

A spiegare nel dettaglio in cosa consiste questa particolare terapia é stato proprio Vigni: “La Doll Therapy, e in particolare la terapia della Bambola Gully – ha detto a Gazzetta di Sienaè una terapia alternativa che non sostituisce quella farmacologica, ma contribuisce al benessere della persona che soffre di Alzheimer o di demenza senile. Serve tanto per rilassarsi quanto per conciliare il sonno, o più in generale è utilizzata soprattutto quando la persona anziana ha delle crisi di nervosismo. Attraverso l’utilizzo di questa bambola – aggiunge – è stato dimostrato che il paziente si calma, si rilassa”. Una pratica abbastanza nuova e sconosciuta alla maggior parte degli italiani: “In altri paesi, come ad esempio in Olanda, è utilizzata anche per l’autismo: qui si sta sperimentando nello stesso campo, ma prevalentemente è indirizzata alle persone anziane con demenza senile o Alzheimer.”

Sulla collaborazione con l’Istituto Caselli: “Io sono referente del corso socio-sanitario e dell’alternanza scuola lavoro. Ho portato il progetto a Siena, siamo la prima scuola in Italia dove si prende questo diploma che è riconosciuto dal Ministero della Salute: ciò vuol dire che la bambola può essere prescritta sia dai medici di base che dai geriatri per alleviare le sofferenze del paziente”

“La Bambola è stata portata dall’associazione ‘A piccoli passi’: io in particolare mi sono confrontato con Luca Ciani, che mi ha messo in contatto con l’azienda Arredamenti Generali di Pistoia, che è dove fabbricano questa bambola. Ho voluto fortemente questo progetto perché credo nell’opportunità della fase finale della vita – ammette Vigni -, e credo che dove ci sono delle complicazioni ci si debba prendere cura con tutti gli strumenti che abbiamo per dare un benessere all’individuo.

La condivisione sui propri social network del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, poi, è stata la ciliegina sulla torta e il miglior inizio del progetto. “Mi ha fatto piacere – conclude il professore – perché non se ne parla, è una terapia che non conosce quasi nessuno. Mi fa piacere che noi siamo lo strumento iniziale, come scuola e referenti, a farla conoscere a un pubblico più vasto, anche perché non si usa soltanto nelle strutture coi malati di Alzheimer ma può essere usata anche in ambito familiare. In futuro abbiamo già in programma di proporre una formazione più ampia, anche perché i nostri studenti escono dall’istituto col diploma di ADB o di OSS, quindi andranno a lavorare direttamente nelle strutture: questo gli permetterà di avere un attestato in più per alleviare il percorso finale degli ospiti delle varie strutture“.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui