Nella piazza d’armi della Fortezza di Poggibonsi oggi pomeriggio alle 18.30

Oggi pomeriggio (ingresso dalle 18:15 inizio alle 18:30), nella splendida piazza d’armi della Fortezza di Poggio Imperiale di Poggibonsi, uno dei maggiori poeti italiani, Alessandro Fo, presenterà il suo ultimo libro, Filo spinato, da pochi mesi uscito nella prestigiosa collana “bianca” Einaudi. Il titolo prende spunto da un episodio tramandato dalla memoria familiare, da quel filo spinato che, trattenendo il nonno di rientro da un assalto durante la Grande Guerra, gli salvò la vita. Senza quel filo non ci sarebbero stati il padre del poeta, né la zia Bianca, né lo zio Dario, né il premio Nobel di quest’ultimo. Quel filo diventa di poesia in poesia il filo sottile che separa l’oblio dalla sopravvivenza, lo scomparire delle cose e il loro riemergere, anche il filo salvifico dell’inchiostro poetico che conserva nella memoria e trattiene alla vita quel che altrimenti andrebbe per sempre perduto.

Una conversazione a più voci accompagnata dalla lettura dei testi organizzata dall’associazione “La Scintilla” di Poggibonsi con il patrocinio del Comune di Poggibonsi e il sostegno di Urania Group.

Prenotazioni: lascintilla.associazione@gmail.com

L’autore:

Alessandro Fo è nato a Legnano nel 1955. Insegna Letteratura latina all’Università di Siena. Le sue principali raccolte di poesie sono Otto febbraio (Scheiwiller, Milano 1995), Giorni di scuola (Edimond, Città di Castello 2000), Piccole poesie per banconote, (Pagliai Polistampa, Firenze 1° gennaio 2002), Vecchi filmati (Manni 2006). Per Einaudi ha pubblicato le raccolte di poesia Corpuscolo (2004), Mancanze (2014 Premio Viareggio Repaci) e Filo spinato (2021) e ha anche tradotto e curato Il ritorno di Rutilio Namaziano (1992), l’Eneide (2012, insieme a Filomena Giannotti) e, di Apuleio, Le metamorfosi (2010) e La favola di Amore e Psiche (2014). Ha inoltre curato varie edizioni di opere di Angelo Maria Ripellino, tra le quali quella che riunisce le tre raccolte poetiche Notizie dal diluvio. Sinfonietta. Lo splendido violino verde (Einaudi 2007, con Federico Lenzi, Antonio Pane e Claudio Vela).

Il libro:Il filo spinato del titolo è quello che, trattenendo il nonno di rientro da un assalto durante la Grande Guerra, gli salvò la vita. Senza quel filo non ci sarebbero stati il padre del poeta, né la zia Bianca, né lo zio Dario, né il premio Nobel di quest’ultimo. Incontriamo poi in questo libro un ricco romano del IV secolo, di cui rimane pressoché solo il nome: ma fu grazie a lui se il giovane Agostino poté studiare. Senza di lui, niente Confessioni. E poi, ancora, una borsetta di perline trovata fra le macerie della Seconda guerra mondiale e conservata durante la prigionia per essere regalata a una futura nipote, che ora l’ha riposta cosí gelosamente da non riuscire piú a trovarla. La consolazione di un declivio fiorito lungo la strada che conduce a un lavoro logorante. Una pagella del 1934, nella quale un 6 in matematica fa ancora recriminare dopo piú di ottant’anni l’alunna che lo ricevette. Un garage da sgomberare, in cui giace un tesoro di lettere di Ripellino. L’avvento salvifico di vecchi libri sbrindellati nella cella di una prigione. Le poesie di Alessandro Fo raccontano piccoli episodi come ripresi da vecchie foto, sempre con la speranza che qualcosa resti, dopo la fine di ogni storia. Sempre con la certezza che tra lo scomparire e il riemergere ci sia un filo sottile, spinato o no, a cui tutti siamo appesi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui