Il 19 e il 20 novembre il Museo Civico Pinacoteca Crociani di Montepulciano sarà aperto al pubblico

Come avviene dall’inizio del mese di novembre, anche nel fine settimana del 19 e 20 il Museo Civico Pinacoteca Crociani di Montepulciano sarà aperto al pubblico.

Così, in un week end animato dall’avvio dei mercatini e del castello di Natale, sarà tra l’altro possibile visitare, nelle sale di Palazzo Neri Orselli, la mostra “Anna Marocco. Scoperta di una pittrice poliziana di primo Novecento”, inaugurata a luglio scorso e in programma fino al 6 gennaio 2023.

La rassegna si articola su oltre trenta dipinti, disegni e lavori grafici di Anna Marocco, nata a Montepulciano nel 1899, la cui produzione è concentrata negli anni Venti del Novecento. Esposte anche alcune opere scultoree in terracotta di due artisti molto cari all’autrice ed a lei contemporanei, Brunetto Buracchini e Franco Pifferetti; ed è la prima volta che delle sculture appaiono nel cosiddetto “nastro” della pinacoteca poliziana.

L’iniziativa si deve al colpo d’occhio e alla sensibilità del Direttore Longi che, appena si è imbattuto in uno dei quadri dell’autrice, nella residenza di famiglia, vicina al Tempio di San Biagio, ne è rimasto talmente colpito da proporre immediatamente agli eredi di allestire una mostra pubblica.

L’idea è diventata un progetto, sviluppato in collaborazione con il Comune – Assessorato alla Cultura e con la famiglia Meldolesi, a cui appartengono i discendenti dell’artista, che – dopo lo stop imposto dalla pandemia – ha visto la luce nel luglio scorso.

Dopo esservi nata, Anna Marocco rimase sempre legata a Montepulciano, prima a Villa Bianca, data in dote alla mamma, quindi alla cosiddetta Casina di San Biagio, acquisita come una struttura di campagna e poi trasformata in una villa storica di grande prestigio, dove si ritirò dopo la pensione del marito Gastone Meldolesi.

L’attività grafica e pittorica dell’autrice si colloca negli anni ’20 dello scorso secolo; poi, dopo il matrimonio e la nascita di quattro figli maschi, si dedicò ad una vita meno creativa, in linea con le consuetudini del momento, il che rende ancora più curiosa ed interessante la sua vicenda artistica e umana.

Perché le opere che realizza in quel decennio (e che sono esposte al Museo Civico), rivelano una spiccata sensibilità pittorica e una personalità forte, evoluta, sicuramente più avanti rispetto ai tempi e, in particolare, al ruolo ricoperto dalle donne in quell’epoca.

Quella di Montepulciano è dunque la prima mostra di Anna Marocco, una sorta di omaggio postumo del luogo a cui è rimasta sempre legata e, idealmente, del mondo dell’arte, ad un talento ed una vocazione che non hanno avuto piena possibilità di espressione.

Come sottolineano sia il Sindaco Michele Angiolini sia il Direttore Longi nei testi che accompagnano il catalogo, questa iniziativa si inserisce poi a pieno titolo in uno dei due filoni che segue il Museo Civico poliziano, denominato “Storie di collezionismo”, che continua ad offrire alla fruizione pubblica piccoli e grandi tesori d’arte custoditi nelle collezioni private e spesso, proprio per questo, non sufficientemente conosciuti o apprezzati.

Il Museo Civico Pinacoteca Crociani di Montepulciano sarà aperto fino al 18 dicembre solo il sabato e la domenica, dalle 10.00 alle 18.00; dal lunedì 19 dicembre a venerdì 6 gennaio 2023 sarà invece aperto tutti i giorni, escluso il martedì, sempre con orario 10.00 – 18.00.

APPROFONDIMENTO SUL PERSONAGGIO

CHI ERA ANNA MAROCCO
“Anna ha un’indole ribelle, da bambina alleva topolini di nascosto, quindicenne acquista un vestito da sola, con i soldi guadagnati disegnando monumenti, cosa tutt’altro che banale data l’età e lo status familiare: l’abito viene rimandato indietro”.

A scrivere è la Prof.ssa Laura Mariani, docente universitaria, storica delle donne e nuora di Anna Marocco, avendo sposato il quarto figlio, Claudio Meldolesi, deceduto prematuramente; “nel 1910 – prosegue Mariani – si iscrive al Regio Istituto di Belle Arti, a Siena, e lo frequenta con soddisfazione. In seguito si trasferisce a Roma, per coltivare la sua bella voce da mezzosoprano, e si mantiene insegnando la lavorazione artistica del cuoio in una scuola d’arte femminile e realizzando oggetti in cuoio decorato” (uno, pregevolissimo, è esposto anche a Montepulciano, n.d.r.).

“Dunque nei primi anni Venti dipinge e canta, è attiva e fiduciosa dei suoi talenti ma alla fine di quel decennio entra in crisi e addirittura si ammala. Non conosciamo tutte le difficoltà che incontrò – prosegue la Prof.ssa Mariani –, sappiamo però che era sola, senza sostanziali supporti nell’affrontare gli impedimenti e senza alcuna rete relazionale che le aprisse gli ambienti artistici di riferimento”.

LA “CRISI” CHE LA PORTA AD ABBANDONARE L’ARTE
“Probabilmente la “crisi” che afflisse alla fine degli anni Venti l’artista Anna Marocco – spiega il Prof. Roberto Longi, Direttore del Museo Civico e curatore della mostra – sta tutta qui: nella presa di coscienza che, ad un certo punto, si era davanti ad un bivio che per molte donne del tempo era oltremodo arduo: o sposare l’arte, andasse come andasse, o sposare un uomo, armate di senso del dovere e di adattamento alla realtà”.

“Anna era di spirito indomito – aggiunge il Prof. Renato Barilli, critico d’arte –, in qualche modo rifiutò la gabbia dorata in cui rischiava di essere racchiusa, adottando per sé un destino di orgogliosa autonomia e dedicandosi all’arte ma certo nei modi difficoltosi e pieni di ostacoli che allora contrastavano le vicende professionali delle donne. Ancora in quella prima metà del Novecento risulta ben sparuto il drappello di donne artiste che riuscirono ad emergere, un aspro cammino che avrebbe accompagnato la condizione femminile persino nei decenni post-bellici e negli anni del boom consumistico”.

ANNA MAROCCO ARTISTA
“In Anna Marocco si possono rintracciare varie influenze – scrive la Prof.ssa Mariani – che rimandano al passato lontano del Medioevo senese e al passato vicino dei Macchiaioli, al gusto liberty e a suggestioni cubiste ed espressioniste ispirate dalle avanguardie. Cerca il nuovo senza distruggere il vecchio, coniuga anziché contrapporre”.

“Bisogna riconoscere prima di tutto alla Marocco – osserva il prof. Barilli – una solidità di impianto e di conduzione dei dipinti che è senz’altro rara nelle donne artiste o che quanto meno contraddice lo stereotipo per cui l’arte al femminile dovrebbe apparire connotata da qualche traccia di fragilità, di estenuazione, di debolezza”.

LA MOSTRA DI MONTEPULCIANO
“E’ il caso, non raro, di artisti ricchi di talento ma malserviti dalla sorte, dalle condizioni sociali e ambientali in cui vissero, così da entrare in un cono d’ombra, in attesa che un atto d’amore o di giusta riflessione critica li riscatti e li riporti alla posizione che meritano” scrive il prof. Barilli.

“La scoperta di un’artista e di una vita è emozionante in generale e, se a promuoverla sono i familiari, anche per loro è una scoperta” chiosa la Prof.ssa Mariani.

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