La rubrica settimanale di Alessandro Lorenzini

Qualcuno ha detto e scritto che il virus “ci renderà migliori”. Non lo credo, sinceramente. Perché dopo i cori e le bandiere, gli striscioni arcobaleno e le belle intenzioni sui social, in questa seconda ondata del Covid si sono acuite divisioni sociali e frammentazioni: non quelle classiche, fra i diversi (ammesso che ce ne siano) strati sociali, ma fra chi è “sicuro” di avere uno stipendio a fine mese e chi, fra partita Iva e lavoro autonomo, cerca una soluzione nella attuale navigazione a vista. E così mentre i secondi provano a trovare una strada e un pertugio, i primi sono subito capaci di timbrare questo o l’altro come “negazionisti”, come se alla prudenza, assolutamente necessaria, non si dovesse unire una visione del futuro.

In questo clima così velenoso e nervoso, ci aggrappiamo alle speranze di un farmaco o di un vaccino. Nella consapevolezza che difficilmente prima dell’estate potrà tornare quella che noi chiamavamo la “normalità” dei rapporti e delle cose. Si vede la luce in fondo al tunnel? Certo, ma il tunnel pare ancora molto lungo e non basterà un’apertura natalizia a sanare mesi di chiusure. Scriteriate? Non sta a me dirlo. Di certo ci sarà da discutere sulla loro gestione. Lo faremo, tornati alla normalità? No, saremo impegnati in altro. Magari nelle vicende del Monte dei paschi, nelle elezioni suppletive. Speriamo nel Palio. Più che una critica, è una constatazione.

In questo clima così velenoso, la luce che ha illuminato il tunnel è il cuore di Siena. Malandato, forse. Acciaccato, può darsi. Sofferente, sicuramente. E non da adesso. Capace, però, di tornare a battere e aprirsi, come scritto su Porta Camollia. Lo ha fatto per Lorenzo, un giovane senese che sta combattendo una battaglia durissima e che potrà contare adesso sulla raccolta tutta senese che in poche ore ha messo insieme un fondo per una cura sperimentale. In mezzo al veleno di tutti i giorni, troppo spesso diffuso a casaccio, è una speranza per Lorenzo. In fondo, anche una speranza per tutti noi.

Buona domenica.

eliofanali.wordpress.com

Alessandro Lorenzini
Da bambino c’è chi sogna di fare l’astronauta, il calciatore, il pompiere. Io sognavo di fare il giornalista, forse influenzato dalle mie letture, dalle mie canzoni, da qualche film visto al cinema o in tv. Fra mille difficoltà sto provando a portare avanti il mio sogno, con trasparenza e umiltà, mettendoci la faccia (e la firma). Sono nato e vivo a Siena, in una città problematica, ma magica, che ti scaccia e ti abbraccia, che ti allontana e ti spinge a tornare, come una sorta di elastico, in un legame comunque inscindibile per sempre.

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