La rubrica settimanale di Alessandro Lorenzini

In attesa delle decisioni sullo stato di emergenza, ma non solo. La voglia di Palio Straordinario, trascinata da quella di una normalità che ancora stenta ad arrivare ma che sembra vicina, è tanta. Senza illusioni, però, ma, pur parlando di qualcosa che travalica il determinato, con i piedi per terra.

Il Palio è un rito complicato, non una “semplice” corsa di cavalli, non un singolo evento legato ai tre giri sul tufo, ma una serie di appuntamenti cadenzati e di socialità vissuta a trecentosessanta gradi e ventiquattro ore al giorno. E’ una città che si ferma in tutto e per tutto, per vivere la passione e l’amore. Da una parte c’è la voglia di tornare a questa normale “anormalità”, grazie anche a una campagna di vaccinazione che sta andando avanti; dall’altra la ferma volontà di non voler “imbavagliare” il rito senese per eccellenza, che ha come detto nella socialità la sua caratteristica principale.

Dubbi che si estrinsecano nell’interrogativo se provare davvero a organizzare un Palio Straordinario oppure rimandare tutto al 2022. La prima questione sarà lo stato d’emergenza. Con il prolungamento (ad oggi probabile, vista la variante Delta) di quello, tutto si complicherebbe maledettamente, per non dire che le residue speranze morirebbero.

Ma proviamo a ragionare. Se anche fosse fissata una data e la pandemia dovesse avere una recrudescenza, poi come si gestirebbe la questione? Non solo in vista dei quattro giorni di Palio, ma anche per quanto riguarda l’iter precedente, ovvero estrazione o anche assemblee di Contrada. Ai dubbi si sommerebbero dubbi. Una soluzione potrebbe essere quella di approvare una sorta di “protocollo”, un po’ come fatto per i giri delle Contrade, anche se si tratta di questioni ovviamente diverse e di due momenti di vita contradaiola non paragonabili per tanti motivi. Ed anche parlare di “regole” in una festa lunga quattro giorni che fa anche dell’assenza di canovacci e paletti una sua caratteristica potrebbe diventare complicato (oltretutto dopo una fase socialmente difficile come quella vissuta con il Covid).

C’è poi la parte che riguarda l’iter organizzativo. Lo stato di emergenza ha contribuito in maniera decisiva alla decisione di annullare le Carriere di luglio e di agosto, anche (ma non solo) per l’impossibilità di convocare i tavoli tecnici per la sicurezza. Per questo il prolungamento (o meno) dello stato di emergenza potrebbe diventare elemento dirimente in un ragionamento complessivo. Il Comune di Siena, che è il titolare dell’organizzazione del Palio, si è detto pronto, il protocollo equino è stato portato avanti con Mociano, la pista di Monticiano è tornata utilizzabile. Poi c’è un regolamento che prevede un iter preciso (articolo 2). Al di là della deroga per quanto riguarda la proposta, che in casi eccezionali (come quello che viviamo) può arrivare anche dopo la data del 31 marzo di ogni anno, devono essere convocate le assemblee di Contrada (ad esclusione, almeno secondo le norme, di quelle che devono scontare una squalifica) che devono votare (almeno in dieci) per la Carriera Straordinaria. Poi è il consiglio comunale a ratificare.

Il sindaco Luigi De Mossi, che nei giorni scorsi ha avuto un colloquio con il rettore del Magistrato delle Contrade Claudio Rossi e il decano dei Capitani Marco Antonio Lorenzini, ha fatto tutta questa serie di valutazioni, anche perché se Palazzo Pubblico è organizzatore, le Contrade sono sempre da coinvolgere in maniera diretta, anche nel confronto con le istituzioni territoriali. Di qui la necessità di una decisione, come ha ribadito il primo cittadino, entro la prima settimana di agosto, tempi che collimano anche con la decisione sullo stato d’emergenza. Altrimenti Siena dovrà attendere il 2022 per vedere di nuovo il tufo in piazza. O perlomeno, per sperare di nuovo.

Buona domenica.

eliofanali.wordpress.com

Alessandro Lorenzini
Da bambino c’è chi sogna di fare l’astronauta, il calciatore, il pompiere. Io sognavo di fare il giornalista, forse influenzato dalle mie letture, dalle mie canzoni, da qualche film visto al cinema o in tv. Fra mille difficoltà sto provando a portare avanti il mio sogno, con trasparenza e umiltà, mettendoci la faccia (e la firma). Sono nato e vivo a Siena, in una città problematica, ma magica, che ti scaccia e ti abbraccia, che ti allontana e ti spinge a tornare, come una sorta di elastico, in un legame comunque inscindibile per sempre.

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