La rubrica settimanale di Alessandro Lorenzini

Dunque, come era più che prevedibile, niente Palio d’agosto. Lo comunicherà ufficialmente il sindaco Luigi De Mossi al consiglio comunale di mercoledì 30 giugno, ma ormai è acclarato: niente tufo in piazza. Una decisione che arriverà nel bel mezzo dei giorni di “non Palio”, che ci siamo preparati a vivere anche questa volta durante i giorni che sarebbero stati dedicati alla Madonna di Provenzano.

La paura è quella dell’abitudine. Che, cioè, questi giorni diventino quasi la routine, che quelli della passione e delle emozioni che eravamo (forse troppo, per certi versi) abituati a vivere lascino irrimediabilmente il posto a giornate di mare o di vacanza. Che quelli che erano i nostri piccoli-grandi punti di riferimento scivolino nell’oblio, squagliati dal caldo di fine giugno e inizio luglio. L’abitudine a una normalità anormale. Per questo lo sforzo delle Contrade, della città, di una comunità, dovrà essere quello di non farsi prendere da una legittima stanchezza, innaffiata da stancanti parole come “ripartenza”, bensì di provare a fare un percorso, forse più intimo rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno, in cui provare a ritrovare quei valori che ci appaiono lontani e appassiti. Torneranno. Devono tornare.

Come Gazzetta di Siena proveremo a stimolare queste riflessioni nelle dirette de “Il Palio che non c’è” con le quali torneremo a farvi compagnia tutti i giorni dal 29 giugno al 1 luglio dalle ore 22 alle ore 23 e il 2 luglio dalle ore 18 alle ore 20 in streaming su www.gazzettadisiena.it e sulla nostra pagina Facebook. Ospiti, commenti, collegamenti esterni dalla città per provare a stimolare proprio questi pensieri, senza avere alcuna presunzione, ma solo mettendoci a disposizione di Siena e della comunità come cassa di risonanza.

Chiosa finale di oggi. In settimana abbiamo celebrato la conquista della serie A2 di basket della San Giobbe Chiusi, traguardo incredibile per una comunità di alcune migliaia di persone. Un successo strepitoso che ha innegabilmente innescato un domino di pensieri partito dai successi passati e dai successivi fallimenti dello sport del “capoluogo”. Si è purtroppo troppo abituati a riassumere pensieri in poche righe o pochi caratteri sui social, abbandonandosi a pensieri populisti e poco corrispondenti alla realtà, perfino conditi da ignoranza (nel senso della non conoscenza) di quello che è accaduto, per esempio, nella vicina Chiusi e che ha contribuito a tale successo. Per costruire un progetto solido, di qualunque sport si parli, ci vogliono essenzialmente due cose, in molti casi complementari: soldi e tempo, conditi da competenza. Per il secondo dobbiamo abituarci, per i primi lo stesso. Anche a chi li porta da fuori (che la provenienza debba essere lecita è banale e sottointeso), senza essere troppo schizzinosi, come invece lo siamo stati in passato e, a volte, anche nel presente. Il giudizio (vedi Acn Siena) sui risultati sportivi è davanti a tutti. Il pre-giudizio di alcuni, pure.

Buona domenica.

eliofanali.wordpress.com

Alessandro Lorenzini
Da bambino c’è chi sogna di fare l’astronauta, il calciatore, il pompiere. Io sognavo di fare il giornalista, forse influenzato dalle mie letture, dalle mie canzoni, da qualche film visto al cinema o in tv. Fra mille difficoltà sto provando a portare avanti il mio sogno, con trasparenza e umiltà, mettendoci la faccia (e la firma). Sono nato e vivo a Siena, in una città problematica, ma magica, che ti scaccia e ti abbraccia, che ti allontana e ti spinge a tornare, come una sorta di elastico, in un legame comunque inscindibile per sempre.

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