Le due squadre si salutano prima della contesa

Parapiglia dopo il triplice fischio: intervengono le forze dell’ordine

Doveva essere una delle partite più interessanti del weekend e le aspettative non sono state certo disattese. Lo scontro salvezza di Prima Categoria tra Olimpic Sarteano e Chiusi era iniziato nel peggiore dei modi con l’ordinanza della Questura di Siena che restringeva a cento persone (70 locali e 30 ospiti) il permesso di vedere la partita allo stadio; al rintocco delle 15, però, svuotate le menti e archiviate le polemiche a riguardo, le due squadre hanno dato vita a 90 minuti più recupero infuocati, terminati col rigore del centrocampista sarteanese Martino all’ultimo secondo. Prima di lui, il compagno Venturini aveva portato i locali in vantaggio, ribaltato dalla serpentina del biancorosso Cyrille e dal penalty di Magara. Fino a qui – eccetto le solite scaramucce che animano in ogni derby che si rispetti – tutto più o meno bene. Dopo, invece, sono volati gli stracci.

Col senno di poi, infatti, non è stato poi un male che “solo cento persone” abbiano assistito al match: fuori dal rettangolo di gioco sono stati momenti piuttosto concitati. Si può premettere, mettendo le mani avanti, che sono le famose “cose che non dovrebbero succedere” ma che poi, in realtà, capitano dappertutto: se succede nelle maggiori leghe europee figuriamoci se non può succedere nei dilettanti, che per certi versi è una scimmiottatura del professionismo. Tanto in chi insegue la palla, quanto in quello che succede sulle tribune. Se già il rigore fischiato all’ultimo ai locali aveva fatto infuriare la controparte chiusina, al triplice fischio, consolidato un pareggio che non serviva a nessuno, si è scatenato il far west: i racconti di chi era presente – di fede sarteanese, ndr – narrano di sedie lanciate verso gli spalti locali da parte dei tifosi biancorossi (non nuovi, a quanto si dice, ad atteggiamenti controversi) che poi hanno tentato, in maniera piuttosto energica, di oltrepassare le transenne poste come divisorio tra le due fazioni. A quel punto – sempre stando a quanto si racconta – anche i supporter locali avrebbero risposto fino all’arrivo delle forze dell’ordine, che a fatica sono riuscite a riportare la tranquillità allo stadio.

Di questo brutto episodio il giorno dopo rimane una storia su Instagram del profilo Ultras Chiusi, che sembra non averne avuto abbastanza di aver compiuto azioni per cui dei veri tifosi, che la domenica fanno i chilometri per sostenere la squadra del proprio paese, non si vanterebbero. Il “Quando volete!” pubblicato sul social é un invito arrogante che non serve a nessuno: nel calcio, infatti, vince chi segna più gol, non chi fa più casino. Della prestazione di ieri ci si ricorderà soltanto le lacrime di alcuni bambini, come sempre vittime innocenti delle manie di protagonismo dei grandi, terrorizzati da quanto stava accadendo. Una partita che, più che con un pareggio, è terminata con una sconfitta. Per tutti.

L’Instagram Stories dei tifosi del Chiusi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui